Mais: l’ibrido precocissimo ad alta densità per contrastare il cambiamento climatico
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Massimiliano Guerrini dell’omonima azienda di Acqualunga (Brescia), 200 ettari e 400 vacche in mungitura, si è fatto un’idea molto precisa: «La genetica degli ibridi di mais precocissimi è migliorata enormemente in questi ultimi anni e con un ibrido di 88 giorni, come per esempio il Simpatico di KWS, riesco a produrre oltre 615 quintali/ettaro di trinciato, con un investimento di 11 piante al metro quadro, in prima epoca di semina. Raccolto a luglio, semino come seconda coltura sorgo da insilato e il gioco è fatto».
Quali vantaggi ha riscontrato nel puntare sui mais precocissimi?
«Si risparmiano, rispetto ai mais di classe 600 e 700, almeno due irrigazioni, si evita il trattamento antipiralide, il mais sta alla larga dagli stress da caldo sempre più frequenti con questo clima bizzarro, e si può fare un secondo raccolto: tutto questo senza penalizzare la produzione a ettaro di trinciato, e anzi con un aumento della digeribilità e dell’amido a tutto beneficio della produzione finale di latte. Noi produciamo latte di alta qualità che ha in media il 4,4 di grasso e 3,6 di proteine».
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Ci vuole la seminatrice adatta per la semina a diamante
Ma se si adotta l’alto investimento occorre anche spaziare in maniera diversa le piante, restringendo la distanza tra le file da 70 a 50 cm e con una disposizione che eviti qualsiasi effetto di competizione tra pianta e pianta. E qui entra in gioco la seminatrice Kverneland Accord Optima HD e-drive del contoterzista Flavio Lissignoli della LS Group di San Polo (Brescia).
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Racconta Lissignoli: «Lo scorso anno, dopo aver acquistato la seminatrice Kverneland Accord Optima HD e-drive con sistema GeoControl, guida assistita e monitor Isomatch Tellus, ovvero tutto quello che serve per fare agricoltura di precisione, siamo stati in grado di proporre all’azienda Guerrini la semina del mais a diamante, con 11 piante finali al metro quadro, che si è rivelata un vero successo, tanto che quest’anno la superficie dedicata a questo sistema di semina è raddoppiata d anche altre aziende ci hanno chiesto di sperimentare questo sistema».
«La nostra seminatrice – aggiunge Lissignoli – è anche dotata di sincronizzatore, in modo che a fine campo quando la macchina rientra per riprendere a seminare si riporta perfettamente in linea con le distanze prescelte in automatico colloquiando con il segnale RTK».
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Aprirsi alle novità porta sempre dei vantaggi economici
Anche in questo caso l’abbinata virtuosa tra un contoterzista che ha deciso di investire sull’innovazione e un imprenditore agricolo disposto a fare qualcosa di diverso dal solito, ha prodotto un vantaggio economico per entrambi.
È cosi che si deve fare agricoltura, anche nei momenti difficili, senza stancarsi mai di cercare qualcosa di nuovo.