È l’anno dei secondi raccolti di mais e soia con lavorazioni ridotte

La scarsità di materie prime, e quindi i prezzi che si manterranno su buoni livelli, devono spingere i nostri agricoltori a programmare le seconde semine di mais e di soia dopo la raccolta dei cereali vernini. È sia una necessità per il paese che un’opportunità per l’imprenditore agricolo, che non ci dobbiamo lasciar sfuggire ma che va programmata sin da ora per reperire i mezzi tecnici necessari.
Come preparare velocemente il letto di semina per i secondi raccolti
La scelta di come preparare il letto di semina è determinante per il successo dei secondi raccolti e non c’è dubbio che, dati i tempi ristretti e gli andamenti stagionali ormai imprevedibili, bisogna mettere da parte aratura ed erpicatura per sfruttare al meglio le minime lavorazioni.
Lo strip tillage (lavorazione a strisce) è la preparazione ideale del letto di semina per il mais in seconda semina e le esperienze di tanti agricoltori e su diversi terreni indicano che, anche con andamenti climatici siccitosi, questa tecnica garantisce pronte emergenze del mais.


Per la scelta dell’ibrido bisogna puntare sui mais precoci e precocissimi (classe FAO 200-300) che la moderna genetica ha dotato di elevate potenzialità produttive (da 90 a 110 ql/ha in media) e con una veloce perdita di umidità al momento della raccolta.
Per la soia invece va benissimo una preparazione veloce con erpice a dischi e denti a cui far seguire la semina, e anche in questo caso la tempestività paga e non si riscontrano riduzioni di rese rispetto all’aratura se si usa un’attrezzatura di moderna concezione e non un erpice di vent’anni fa.



Se in azienda non si dispone di queste attrezzature, è meglio rivolgersi a un contoterzista della zona, anziché rischiare ritardi e insuccessi per volere a tutti i costi utilizzare le macchine aziendali.
Ma è conveniente seminare il mais?
Molti si domandano se quest’anno sia davvero conveniente seminare mais, anche come prima semina, visto il prezzo stellare registrato dai concimi azotati. Amedeo Reyneri dell’Università di Torino, uno dei più grandi esperti italiani sulla coltivazione del mais, in un’intervista rilasciata a Terra e Vita dice: «Con un prezzo del mais a 350 euro/tonnellata e una produzione di 12 ton/ha, la Plv è di 4200 euro/ha. Ipotizzando anche un costo di coltivazione di 2500 euro/ha, rimane un margine molto interessante che rimane tale anche se il prezzo del mais dovesse scendere a 290-300 euro/ton».
Per quanto riguarda l’azoto, aggiunge Reyneri, «nella maggior parte degli areali maidicoli i suoli sono ben dotati di azoto e i concimi organici sono presenti: quest’anno è il caso “una tantum” di impostare la fertilizzazione proprio sui prodotti organici o riducendo la dose di urea o di altri azotati del 50% rispetto a quanto applicato di solito. Gli effetti sulla produzione di mais, almeno per quest’anno, saranno molto ridotti o addirittura insignificanti. Bisogna ricordare che l’apporto chiave che non va risparmiato è la concimazione starter fosfo-azotata alla semina, che è indispensabile per una pronta partenza della coltura».