Roberto Bartolini21 Ottobre 20164min5900

Frumento, accordo tra industria e agricoltori per la gestione condivisa dei prezzi

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Che la “guerra del grano” che ci siamo lasciati alle spalle pochi mesi fa abbia prodotto qualcosa di nuovo? Pare di sì, almeno nelle intenzioni delle parti in causa, cioè l’industria e i rappresentanti degli agricoltori, riuniti a discutere sul “cosa fare per la prossima campagna” in una recente tavola rotonda organizzata dalla rivista L’Informatore Agrario.

I francesi ci insegnano come combattere la volatilità dei prezzi

Al tavolo della discussione c’era un invitato speciale, Jean-Francois Gleizes, presidente di Passion Céréales, il cui nome dice già tutto. Passion Céréales è un organismo interprofessionale che gestisce ogni anno 70 milioni di tonnellate di frumento su 11 milioni di ettari, e che crea un rapporto costante e permanente tra tutti gli attori della filiera del frumento, cioè agricoltori, molini, industria e stoccatori.

Questa struttura, ha detto il presidente, permette ai francesi di gestire meglio anche i momenti difficili: «L’organismo Passion Céréales per noi è una famiglia – ha affermato Gleizers – dove mettiamo sul tavolo tutto, positività e negatività, e così troviamo sempre un accordo che non penalizzi nessuno. La contrattualizzazione delle produzioni, che sono segmentate sulle reali necessità dei trasformatori, è studiata a tavolino proprio per limitare gli effetti della volatilità dei prezzi».

Beati i francesi! E noi, possiamo almeno copiare?

All’Italia non rimane che imitare il modello francese

Durante il convegno Alberto Allodi (presidente di Assalzoo), Paolo Barilla (vicepresidente Barilla spa), Mauro Fanin (presidente di Cereal Docks), Mario Guidi (presidente di Confagricoltura) e Ivano Vacondio (presidente di Italmopa) hanno detto che questo modello francese piace eccome. Dunque sono tutti d’accordo sull’urgenza di creare in Italia un organismo interprofessionale simile, anche se qualcuno ha osservato che nel nostro paese la collaborazione che si è instaurata in Francia forse è un po’ utopistica: «Se in Italia si vuole continuare a produrre frumento tenero e duro – ha detto Vacondio – è indispensabile partire dall’ammodernamento dei centri di raccolta, che sono tecnologicamente superati».

Un organismo che funziona c’è già: è Anb-Coop

Mario Guidi ha messo in campo un’idea concreta: «Per parlare di mercato e di prezzi e per programmare un percorso di sviluppo e crescita superando le vecchie logiche speculative, non c’è altra via che l’organismo interprofessionale di prodotto, e la struttura già operativa che fa capo ad Anb-Coop ha per obiettivo anche l’aggregazione di materie prime cerealicole e proteiche. Quindi potrebbe essere questo il modello ideale. Infatti in questa struttura si riunisce già periodicamente un gruppo di lavoro composto da agricoltori, stoccatori e trasformatori che discutono sulle problematiche attuali delle filiere».

Ora non rimane che passare dai buoni propositi e dalle belle parole ai fatti. Ed è proprio a questo punto che in Italia, come si suol dire… “casca l’asino!”.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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