Frumento tenero: le varietà più produttive e le rese per renderlo conveniente

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Anche quest’anno il CREA ha messo a confronto un buon numero di varietà di frumento tenero in areali di nord, centro e sud Italia per verificarne il comportamento produttivo. Riassumiamo di seguito i dati riferiti ai primi cinque frumenti che si sono distinti come media produttiva nei diversi areali.

Le cinque migliori varietà di frumento tenero in Italia

Primo posto assoluto, con una media produttiva di 6,47 ton/ha, spetta al biscottiero Modern commercializzato da Agroalimentare Sud, seguito dal panificabile Adhoc (sempre di Agroalimentare Sud) con una media di 6,39 ton/ha.

Al terzo posto Solehio, panificabile del Gruppo Manara, con 6,38 ton/ha; al quarto posto Diamento, panificabile di Ragt 2N, e infine al quinto posto Sobred, panificabile superiore di Caussade Semences.

Le varietà più produttive di frumento tenero al Nord

Con produzioni di 7,33 ton/ha, al nord Italia svettano Modern (Agroalimentare Sud) e Solehio (Manara), seguiti da Antonello (panificabile di Sis) con 7,17 ton/ha, Lavandou (panificabile di Kws Momont) con 7,17 ton/ha e Adhoc (Agroalimentare Sud) con 7,13 ton/ha.

Le varietà più produttive di frumento tenero al Centro

Guida i migliori cinque teneri del centro Italia il Modern (Agroalimentare Sud) con 6,84 ton/ha, seguito da tre varietà a pari merito con 6,61 ton/ha: Adhoc (Agroalimentare Sud), Diamento (Ragt 2N), Solehio (Manara), e infine con 6,57 ton/ha abbiamo il PR22R58 di Pioneer.

Le varietà più produttive di frumento tenero al Sud

Prima varietà al sud Italia risulta Adhoc (Agroalimentare Sud) con 3,80 ton/ha, seguita da Bisanzio (frumento di forza di Conase e Apsovsementi) con 3,54 ton/ha, Teorema (Conase) con 3,43 ton/ha, PR22R58 (Pioneer) con 3,28 tonn/ha e Altamira (panificabile di Limagrain) con 3,26 ton/ha.

Quanto bisogna produrre per avere marginalità?

Per rispondere a questa domanda nel nostro bel Paese ci vuole la palla di vetro, tuttavia i dati riportati nei giorni scorsi da Eros Gualandi su Terra e Vita, riferiti a estese superfici in Emilia-Romagna, ci offrono indicazioni degne di attenzione.

Nel 2018, dice Gualandi, il costo di produzione del grano tenero su aratura è pari a 2074 euro/ha e su sodo è pari a 1769 euro/ha. La produzione su lavorato è di 66 ql/ha e quella su sodo di 62 ql/ha.

Al prezzo di mercato della sessione di agosto della Borsa di Bologna di 21 euro/ql per il tenero nr. 3, computando un costo di affitto del terreno di 600 euro/ha, il gap negativo è di 690 euro/ha su aratura e di 470 euro/hha su sodo. Se però aggiungiamo la Pac, stimata mediamente in 250 euro/ha, la perdita si riduce a 440 euro/ha su aratura e a 220 euro/ha su sodo. Dunque si va in utile se non si ha l’affitto sulle spalle, con valori di +160 euro/ha su aratura e +383 euro/ha su sodo.

Per quanto riguarda i traguardi produttivi se si computa l’affitto, si salva il conto colturale se si raggiungono 86 ql/ha su aratura e 70 ql/ha su sodo, mentre senza l’onere dell’affitto sono sufficienti 70 ql/ha su aratura e 55 ql/ha su sodo.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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