Gestione satellitare, mappe e semina variabile: La Canova punta tutto sull’innovazione
290 ettari tutti accorpati, l’80% dei quali serviti da impianti di irrigazione a ranger e a pivot con un sistema molto accurato di strigliatura e filtrazione dei canali adduttori per avere sempre a disposizione acqua pulita. Siamo nell’azienda agricola La Canova a Gambara, nel bresciano, dove il responsabile dell’attività agricola Gianbattista Doninelli ci racconta le ultime innovazioni.
Mappatura del suolo e mais a dose variabile
«Lo scorso anno abbiamo iniziato con la mappatura dei suoli e con una prova su 13 ettari di semina a dose variabile del mais con l’ibrido DKC6752. Come primo anno abbiamo avuto un riscontro positivo e così quest’anno abbiamo fatto eseguire da Agrisoing la mappatura di tutti i 290 ettari coltivati e ripetiamo la semina a dose variabile su circa 18 ettari per testare ulteriormente questa tecnica con l’ibrido DKC6728 e anche con il supporto del sistema Field View».
Doninelli, quali sono stati i risultati dello scorso anno?
«Abbiamo scelto tre tipologie di suolo: sabbioso-franco, franco-sabbioso e franco argilloso. In tutti e tre i casi abbiamo predisposto per la lunghezza degli appezzamenti una dose standard test di 8,9 piante/mq. Le dosi variabili di seme sono state: 7,5 semi/mq sul sabbioso-franco; 8,5 piante/mq sul franco-sabbioso e 9,9 piante/mq sul franco argilloso. In tutti e tre i casi la densità variabile di seme ci ha fatto produrre di più, anche dove c’era un minor numero di piante. Inoltre dove abbiamo speso di più per il seme, 24,80 euro/ha nel caso del terreno franco argilloso alla densità di 99.000 piante/ha, il reddito netto finale dà sempre ragione alle dosi variabili».
Come si nota dalla tabella qui sopra, l’interpretazione corretta della mole di dati analitici ricavati dalla mappatura del suolo consente una razionalizzazione dei mezzi di produzione che sfrutta al meglio la variabilità dei suoli, dosando le piante nella giusta misura nei punti giusti.
Come è impostato l’avvicendamento colturale e quali sono le rese medie che ottenete?
«Il mais occupa circa 135 ettari e mediamente produciamo 159 ql/ha di granella secca e circa 700 ql/ha di trinciato. L’orzo da granella occupa 75-80 ettari con produzioni di circa 70 ql/ha, al quale facciamo seguire la soia di secondo raccolto che produce 35-36 ql/ha, mentre la soia in primo raccolto raggiunge mediamente i 43 ql/ha. Abbiamo infine altre piccole superfici con frumento foraggero e prato stabile».
Quest’anno avete portato nuove tecnologie in azienda…
«Ci siamo dotati di due guide automatiche Topcon e inoltre abbiamo sostituito, dopo oltre 22 anni, la gloriosa barra da diserbo Rau con la Kverneland Ikarus S 28 con barra da 24 metri e controllo satellitare di apertura e chiusura delle sezioni. Si tratta di un’attrezzatura che ci garantisce la massima precisione nei dosaggi e questo significa anche poter utilizzare nei trattamenti sempre la dose minima indicata in etichetta, con benefici per l’ambiente e per il nostro conto economico».