Grano duro, 5 contratti di filiera sotto la lente (con vantaggio garantito)

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Contratti sì, contratti no: tutti gli anni tra gli agricoltori c’è il solito tormentone, con i favorevoli e i contrari che se la danno di santa ragione. La maggior parte dei cerealicoltori rivendica di voler continuare a gestire in proprio il raccolto e la sua immissione sul mercato, senza vincoli e condizionamenti, mentre una schiera che si allarga anno dopo anno punta al contratto di coltivazione. Chi ha ragione?

Qui non si tratta di fare una guerra di religione, bensì di imboccare una strada di gestione moderna e razionale della nostra cerealicoltura, che sta certamente soffrendo per i prezzi bassi ma che proprio per questo si deve favorire l’aggregazione e la produzione di un grano di alta qualità che trovi uno sbocco di mercato, perché corrisponde ai “desiderata” di chi lo trasforma.

L’Università di Perugia, con l’agronomo Angelo Frascarelli, ha condotto una indagine molto interessante pubblicata da Terra e Vita, mettendo sotto la lente di ingrandimento cinque diverse tipologie contrattuali per verificarne l’economicità o meno, in paragone con la vendita senza contratto al mercato spot.

Il prezzo medio di riferimento ricavato dai contratti in dieci anni è di 243,43 euro/tonnellata, con un beneficio economico, rispetto alla vendita spot senza contratto, che oscilla da 47 a 175 euro/t.

Dall’indagine si ricavano le seguenti osservazioni:

  1. Tutte le tipologie di contratto offrono un vantaggio economico all’agricoltore.
  2. L’entità economica a favore del contratto non è in valore assoluto di grande rilevanza, ma lo diventa se consideriamo che negli ultimi tre anni (2016-2018) la redditività del grano duro oscilla tra 0 e 300 euro/ha senza tenere conto della Pac.
  3. Lo strumento contrattuale è per l’agricoltore un’opportunità, migliorando i rapporti di filiera e innalzando il livello qualitativo della produzione.
  4. Il contratto può trasformarsi in un onere troppo complesso per l’agricoltore se non è preparato sotto il profilo agronomico e non dispone di tecnologie adeguate.

Concludiamo con un flash sui risultati di uno dei contratti di coltivazione più diffuso al sud, il grano Armando. In provincia di Foggia, l’esperienza diretta 2019 di alcuni agricoltori è del 15% di proteine raggiunto con Marco Aurelio, Redidenari e Quadrato. E il prezzo pattuito e ricevuto dal contratto ammonta a 28 euro/ql più la premialità, contro 20-25 euro/ql del mercato di Foggia.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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