Iper e super ammortamento: le agevolazioni fiscali per chi investe nell’agricoltura di precisione

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L’allegato A dell’ultima Legge di Stabilità prevede delle agevolazioni fiscali – il cosiddetto “iperammortamento” del 150% – per l’acquisto di beni strumentali ad alto contenuto tecnologico, destinate agli agricoltori e anche ai contoterzisti. Con questo dispositivo le quote ordinarie possono essere aumentate del 150%.

L’iperammortamento al 150%

Per esempio, un kit per guida satellitare del valore di 20.000 euro, grazie all’iperammortamento porta a un risparmio fiscale pari a:

  • Anno 2017: 3.000 euro
  • Anno 2018: 6.000 euro
  • Anno 2019: 6.000 euro
  • Anno 2020: 6.000 euro
  • Anno 2021: 6.000 euro
  • Anno 2022: 3.000 euro
  • TOTALE: 30.000 euro, anziché 20.000 con l’ammortamento normale.

Con un reddito soggetto a tassazione al 39%, la riduzione del costo fiscale nel periodo di ammortamento ammonta a 11.500 euro che, rapportati al costo della macchina, incidono per il 57,5%.

Le attrezzature che possono godere dell’iperammortamento

L’Agenzia delle entrate scrive: «Nel progetto “Industria 4.0” godono di iperammortamento tutte le trattrici e le macchine agricole portate, trainate e semoventi, che consentono la lavorazione di precisione in campo grazie all’uso dell’elettronica, sensori e gestione computerizzata delle logiche di controllo».

Abbiamo chiesto a Roberto Guidotti di Unima di farmi qualche esempio. Questa la sua risposta:

[blockquote style=”1″]Il legislatore ha precisato le caratteristiche tecniche delle macchine che godono dell’iperammortamento, cioè i dispositivi di cui devono essere dotate, a seconda della tipologia e dell’uso in campo, come per esempio:

  1. il computer di bordo;
  2. un sistema informatico integrato fra centro aziendale e macchina agricola in grado di scambiare dati tramite scheda SIM;
  3. il collegamento via GSM per il controllo dalla sede aziendale delle condizioni di lavoro delle macchine;
  4. i sistemi per il controllo in continuo dei parametri di lavoro;
  5. i sistemi per la guida assistita e automatica;
  6. i kit per la distribuzione dei mezzi tecnici a dose variabile;
  7. i sistemi per realizzare le mappe di raccolta e di vigore vegetativo;
  8. i sistemi per la connessione tra trattore e attrezzo secondo il protocollo Isobus;
  9. i sistemi per la tracciabilità della distribuzione dei prodotti chimici in campo o dei piami di spandimento dei reflui e digestati.

Si tratta dunque di motrici e operatrici di nuova generazione provviste di sistemi computerizzati che, di fatto, sono le protagoniste di quella che chiamiamo “agricoltura di precisione“.[/blockquote]

Il superammortamento al 40%

Per quanto riguarda il superammortamento al 40%, si tratta della proroga degli ammortamenti maggiorati già in vigore lo scorso anno, con una maggiorazione per i beni strumentali ad alto contenuto tecnologico, descritte sopra. Questa norma riguarda le sole aziende soggette alle regole del reddito d’impresa e non quelle che determinano il reddito imponibile secondo altri criteri come quello catastale. A differenza dell’ammortamento economico, quello fiscale si calcola in base a percentuali fisse. Così lo illustra Guidotti:

[blockquote style=”1″]Il superammortamento maggiorato è applicabile alle macchine nuove acquistate negli anni 2016 e 2017 con una maggiorazione della quota di ammortamento del 40%. Per esempio, per una macchina agricola operatrice acquistata nel 2017 a 200.000 euro, il superammortamento prevede:

  • Anno 2017: 8.000 euro
  • Anno 2018: 16.000 euro
  • Anno 2019: 16.000
  • Anno 2020: 16.000
  • Anno 2021: 16.000
  • Anno 2022: 8.000 euro
  • TOTALE : 80.000 euro

Ciò significa che l’azienda in 6 anni di ammortamento ridurrà il proprio reddito imponibile di 80.000 euro complessivi.[/blockquote]

Con un reddito pro capite di almeno 45.000 euro (su cui le imposte gravano per il 39%, comprese le addizionali), il risparmio fiscale si aggira su 31.200 euro. «Un risparmio – fa notare Guidotti – che equivale a un contributo in conto capitale (soggetto a tassazione) di circa 51.000 euro, che rapportati all’investimento, corrispondono al 25,5%».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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