Sfruttare la variabilità dei suoli per aumentare la redditività delle colture: il caso Pavan

«Sei anni fa ho acquistato una mietitrebbia dotata di sistema satellitare per creare le mappe di produzione e mi sono accorto già nel primo anno di lavoro che la variabilità dei terreni è un fattore ancora più decisivo rispetto a quello che noi agricoltori abbiamo sempre pensato, nel determinare le rese delle colture». Daniele Pavan di Buttrio, in provincia di Udine (abbiamo già parlato di lui in questo articolo), non si è limitato a creare le mappe, ma ha fatto il passo successivo che è quello che dovrebbero fare tutti i contoterzisti italiani: «Potendo valutare la produzione, punto per punto, nei diversi appezzamenti – ci spiega Pavan – finalmente ci rendiamo conto con precisione che in alcune zone le rese sono bassissime e in altre molto più elevate rispetto alla media di produzione, sulla quale abbiamo sempre basato i nostri ragionamenti. Ecco allora che è importante disporre di seminatrici e spandiconcimi che permettano la distribuzione a dose variabile per risparmiare in mezzi tecnici dove i terreni non rispondono, e aumentare invece le dosi dove c’è maggiore fertilità».

Pavan crede talmente in questo ragionamento che, dopo aver acquistato dal concessionario Kverneland Dino Durì di Talmassons (Udine) la seminatrice Kverneland Optima HD e-drive e lo spandiconcime Kverneland Exacta CL Geospread 100% Isobus, nella campagna 2017 per la prima volta su tutti gli oltre 250 ettari a colture primaverili mette in campo le dosi variabili.
La seminatrice Optima è equipaggiata con uno spandiconcime anteriore DF 1 che permette di effettuare la concimazione starter a dose variabile, contemporaneamente alla semina.

«Con lo spandiconcime Exacta Geospread – dice Pavan – ho già creato tantissime mappe di prescrizione con dosi differenziate e abbiamo già apprezzato l’estrema precisione della macchina: i chili distribuiti corrispondono sempre a quelli preventivati e alla fine del lavoro non rimane mai nemmeno un chilo di concime».