La minima lavorazione parte bene alla Corte Parolara. Ora tocca ai sistemi di precisione

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«Siamo partiti piano su una ventina di ettari, ma i risultati ottenuti con la minima lavorazione in questo primo anno sono molto incoraggianti e quindi andremo avanti su questa strada».

Roberto Pasetto dell’azienda agricola Corte Parolara di Castelbelforte (Mantova) ha applicato la minima lavorazione, effettuata con il coltivatore Kverneland CTC della ditta Speziali, al pisello proteico, sia in successione a bietola sia in successione a mais. Il tutto paragonato con la semina del pisello proteico su aratura, estirpatura ed erpicatura.

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Roberto Pasetto dell’azienda Corte Parolara a Castelberlforte (Mantova).

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Il coltivatore CTC di Kverneland utilizzato dalla ditta Speziali per le minime lavorazione alla Corte Parolara.

Nessun calo di produzione

Quali sono stati i risultati produttivi di quest’anno?

«Sui 6,35 ettari dove applichiamo la misura 10 del Psr, con un solo passaggio di coltivatore CTC prima della semina abbiamo prodotto 28,8 ql/ha. Sui 10 ettari dopo mais, sempre con la minima lavorazione, abbiamo prodotto 30,9 ql/ha e sul terreno dove abbiamo applicato la lavorazione tradizionale abbiamo prodotto 29,1 ql/ha. Dunque rinunciando alle lavorazioni tradizionali non abbiamo diminuito le rese e abbiamo risparmiato in maniera significativa sui costi. Teniamo poi conto che quest’anno per il pisello proteico è stata un’annata poco favorevole e quindi le produzioni sono state più scarse; inoltre, su un campo dove si è prodotto di meno, abbiamo sofferto per i ricacci del loietto senza aver il tempo di diserbare, perché era troppo vicina la data della raccolta».

Il pisello proteico su minima lavorazione ha prodotto come sul terreno lavorato tradizionalmente.

Avanti decisi con la minima lavorazione

Dunque nel 2018 la minima si estenderà, visto che disponete di circa 300 ettari di superficie?

«Teniamo conto che 90 ettari sono dedicati stabilmente al riso e certamente sugli altri 200 circa, dove seminiamo mais, bietole per il biogas, colza, pisello proteico, orzo e triticale, la minima lavorazione piano piano occuperà sempre più superficie».

E ora l’agricoltura di precisione

Recentemente avete acquistato da Topcon il sistema RTK: con quali prospettive?

«Vogliamo utilizzare il sistema satellitare su tutti i nostri trattori per cominciare sin dalle semine ad applicare la maggiore precisione possibile a tutte le nostre operazioni colturali. Il passo successivo sarà quello di mappare il suolo per avere informazioni sulla diversa tessitura degli appezzamenti e così iniziare un percorso di distribuzione dei mezzi tecnici a dose variabile».

Nonostante l’annata problematica, le produzioni 2017 sono state soddisfacenti?

«La nostra azienda è irrigua, l’acqua per gli interventi non è mai mancata e quindi le produzioni non hanno sofferto più di tanto: 600 ql/ha di trinciato di mais, 40 ql/ha di colza e 1000 ql/ha di pomodoro, tanto per fare qualche esempio».

Spazio anche all’agricoltura biologica

Altre novità dietro l’angolo?

«C’è il grande capitolo del biologico. La nostra azienda sta dedicando una parte di superficie alle produzioni biologiche di orzo e pisello proteico. Siamo ancora in conversione, ma i risultati sono molto buoni. Il nostro prodotto viene conferito alla società Padagri di Monselice (Padova) che ci segue anche per gli aspetti agronomici. Con l’orzo biologico abbiamo prodotto 60 ql/ha, senza effettuare nessun trattamento e solo con una concimazione organica con prodotti speciali, e il pisello ha prodotto 29,1 ql/ha, in linea con il convenzionale».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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