La nuova Pac entra in vigore dal 2023: ci saranno due anni di regime transitorio
Gli eurodeputati hanno deciso: la nuova Pac entrerà in vigore solo dal 1° gennaio 2023, quindi avremo due anni di regime transitorio.
Cosa comporta questo per gli agricoltori? Innanzitutto viene confermato l’attuale regime dei pagamenti anche per la domanda Pac del 2021 e del 2022. Gli Stati membri possono utilizzare il meccanismo della convergenza per questi due anni allo scopo di avvicinare i titoli al valore medio nazionale di 271,64 euro. Quindi ci saranno ancora modifiche nel valore dei titoli sino al 2022.
Per quanto riguarda i Piani di sviluppo rurale, le misure attuali saranno valide per il 2021 e per il 2022, quindi saranno emanati nuovi bandi e nuovi impegni con la possibilità di vincoli anche per un periodo più breve di 1-3 anni, anziché i 5 o 6 anni attuali. I Psr possono prevedere anche una proroga annuale degli impegni assunti dagli agricoltori dopo la scadenza del periodo iniziale, a decorrere dal 2021. Vengono prorogati anche gli attuali programmi operativi nel settore olivicolo, ortofrutticolo e il regime di aiuto per il settore vitivinicolo.
Dunque è opportuno che i nostri agricoltori utilizzino questi altri due anni di “vecchia Pac” sia per utilizzare le risorse ancora a disposizione dei Psr (in particolare per quanto riguarda la misura 10 “Agroambiente”, che comprende sostegni per minima lavorazione, sodo e cover crops), sia per avviare quegli aggiustamenti gestionali e agronomici che saranno indispensabili per poter affrontare con serenità gli impegni che verranno richiesti dalla Pac 2023-2027.
Un commento
Chicco Curreli
10 Agosto 2020 at 12:03 pm
Si, tutto a posto… Ma questa proroga, che dovrebbe riguardare anche le misure strutturali (4.1, 4.2, PIF etc.), prende in considerazione la pubblicazione di nuovi bandi con le risorse ancora disponibili della Programmazione 2014-2020? Perché se fosse così mi sa che le riserve in molte regioni siano abbondantemente esaurite!!