La nuova Pac non piace, ma è un errore contestarla

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La maggior parte degli agricoltori contesta fortemente la nuova Pac perché impone nuovi vincoli, in particolare sull’avvicendamento delle colture e sulla gestione del suolo e della chimica, e perché le regole da rispettare sono scritte in un puro stile “burocratese”, quindi necessitano di continue puntualizzazioni e chiarimenti. Ma le oltre 3600 pagine che compongono la nuova Pac 2023-2027 e i decreti attuativi che sono stati emanati in questi mesi non rendono giustizia alle raccomandazioni e agli indirizzi operativi che l’Unione europea ha trasmesso ai vari Stati membri, i quali poi li hanno tradotti in legislazioni nazionali.

Il messaggio dell’Ue: “Cambiare mentalità”

Questo trasferimento di indirizzi in norme, così sofferto e macchinoso, ha finito per rendere incomprensibile un messaggio molto importante che invece la nuova Pac 2023-2027 vuole trasmettere al nostro mondo agricolo: quello cioè di cambiare mentalità nella gestione della terra e dei suoi prodotti e aumentare le conoscenze e la professionalità. Non è banale, ma va letta bene tra le righe, che la vera rivoluzione sta tutta in questo concetto, per nulla facile da far digerire agli agricoltori, ancora troppo condizionati dalla tradizione.

Cambio di passo su suolo e colture

Il cambio di passo che la nuova Pac impone, legando sempre più strettamente gli aiuti economici ai comportamenti virtuosi, ha come focus principali il suolo e l’avvicendamento delle colture.

Avvicendare le colture non solo fa bene al terreno, ma consente di suddividere i rischi legati alla volatilità dei prezzi di mercato.

 

Le nuove regole della condizionalità rafforzata (le BCAA) e gli eco-schemi, ma anche le nuove misure agroambientali del secondo pilastro della Pac, hanno l’obiettivo di indirizzare l’agricoltore verso l’adozione della cosiddetta “agricoltura rigenerativa“, che ha per protagonista assoluto il terreno.

Il lombrico è uno dei principali alleati dell’agricoltore per mantenere e accrescere la fertilità dei terreni. Ma non va disturbato con lavorazioni troppo invasive.

 

grafica a cura di Ersilia di Tullio (Nomisma)

 

È dalla gestione del terreno, e conseguentemente delle colture in rotazione, che deve partire la rivoluzione culturale di un mondo produttivo agricolo troppo tradizionalista: ce lo chiedono l’Unione europea e soprattutto i consumatori, sempre più esigenti nel fare la spesa.

L’agricoltura rigenerativa

Disturbare il meno possibile il terreno significa applicare minime lavorazioni, strip tiller e sodo, mantenere il suolo coperto tutto l’anno con colture da reddito e colture di copertura, favorire lo stoccaggio di CO2, migliorare la disponibilità di acqua e nutrienti, e aumentare la presenza di microrganismi, che sono protagonisti della biodiversità e della salute del terreno: sono le regole dell’agricoltura rigenerativa, che sarà sempre più al centro delle politiche agricole europee. Ma che deve essere messa al centro anche di ciascuna azienda agricola.

Il terreno va coperto tutto l’anno, sia con colture da reddito sia con le colture di coperture dette “cover crops”.
La senape è una delle cover crops più utilizzate in questi ultimi anni.
grafica a cura di Ersilia di Tullio (Nomisma)

 

La Pac sostiene l’architettura verde

L’immagine qui sopra riporta la suddivisione della spesa comunitaria assegnata all’Italia per il periodo 2023-2027, che è pari a 28 miliardi di euro. A sinistra in alto sono indicati gli aiuti diretti del primo pilastro, pari a 17,6 miliardi (il 38% del budget complessivo) e vincolati al rispetto, da parte degli agricoltori che fanno domanda Pac, della condizionalità rafforzata rappresentata da nove BCAA (“Buone condizioni agronomiche e ambientali”). Altri 4,4 miliardi di euro, cioè il 16% del totale, sono riservati ai cinque eco-schemi. E già questo fa capire come la Pac concentri notevoli risorse sui nuovi percorsi agronomici che hanno per protagonisti il suolo e gli avvicendamenti.

A destra in alto dell’immagine è indicata la spesa per il secondo pilastro della Pac, cioè lo sviluppo rurale. Dei 31 interventi agroambientali denominati “SRA”, ai quali sono destinati 4,5 miliardi di euro, la produzione biologica e integrata riceve il 58% del totale, e la gestione virtuosa del suolo e degli input il 17% del totale. Basterebbero queste considerazioni per far capire come anche in questo caso l’agricoltura rigenerativa attiri su di sé la maggior parte della spesa.

La strada è tracciata e non si torna indietro

Una volta messa a posto la gestione del suolo e della sua fertilità chimica, fisica e microbiologica, occorre dedicare attenzione alla gestione della chimica (in particolare con la produzione integrata) e all’applicazione dell’agricoltura di precisione. Ora che i prezzi dei prodotti agricoli sono purtroppo nettamente inferiori rispetto a quelli di pochi mesi fa, chi aveva deciso di rinunciare alla Pac e ai suoi vincoli è bene che si avvii verso un profondo ripensamento, se non altro perché è il cliente dell’agricoltore, cioè il consumatore, che gli chiede di cambiare registro. E si sa che se non si ascoltano i clienti, ben presto si chiude bottega.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


7 commenti

  • Vincenzo

    30 Maggio 2023 at 9:14 am

    Ho una azienda agricola siccome il prezzo del grano è troppo basso vorrei cambiare facendo colture alternative in modo da percepire un integrazione Massima per ettaro cosa mi consigliate io sono della provincia di Foggia

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  • Esposto Pirani Rolando

    30 Maggio 2023 at 11:06 am

    È facile fare i bravi con i sacrifici degli altri….

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  • Giuseppe

    30 Maggio 2023 at 12:33 pm

    Mi chiamo Giuseppe e sono un agricoltore della provincia di Foggia che questa pac e stata modificata sta però che anno abbassato i soldi non e giusto perché cosi si penalizza la cereali cultura.

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  • Luca tarantello

    30 Maggio 2023 at 12:50 pm

    BUONGIORNO LUCA SONO VENTI ANNI CHE PROVO VARIE TIPI DI SEMINA MINIMA … SODO …. ARATURA NORMALE … E ARATURA PIU PROFONDA … E MOLTA ATTENZINE SUL COMPATTAMENTO… E ASSISTITO ALLE PROBLEMATICHE DELLE CONDIZIONI METEO SICCITÀ TANTA PIOGGIA PER LUNGHI PERIODI … LA MIGLIORE IN ASSULUTO UNA BUONA LAVORAZINE CON ARATRO ALMENO 1 VOLTA OGNI 3 ANNI

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  • Rocco Rizzuto

    30 Maggio 2023 at 1:40 pm

    Se davvero chiudessimo tutti bottega subito ci correrete dietro pregandoci di ricominciare. Ma, purtroppo, è quello che volete.

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  • Ferrando andrea

    30 Maggio 2023 at 6:16 pm

    A me piace rispettare la terra, sono già in integrata, Il problema resta la concorrenza sleale dei paesi extra UE, a cui è consentito l uso di qualsiasi prodotto sia diserbante che fitosanitario e altro, intanto di controlli non se ne fanno, oltre alle continue deroghe concesse alla Spagna….

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  • Francesco tomasoni

    30 Maggio 2023 at 8:39 pm

    Troppo complicata poi per quello che di danno non conviene meglio rinunciare hai titoli

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