“Rinuncio alla Pac e punto sull’innovazione agricola 4.0”
Nella foto, l’imprenditore agricolo Fabrizio Marzari con la figlia Silvia davanti al suo parco macchine
«Troppi vincoli, regole complicate, tanta burocrazia. Per questo dal 2018 ho deciso di rinunciare alla Pac: ciò ha significato 15.000 euro all’anno in meno in tasca, ma in cambio della libertà di coltivare e di impostare come voglio l’impianto agronomico della mia azienda». Fabrizio Marzari, agricoltore su circa 110 ettari e contoterzista su oltre 2000 ettari a Pradelle di Nogarole Rocca (Mantova), ha sposato da sempre l’innovazione agronomica e tecnologica, cercando di trasferirla anche ai clienti più recettivi e aperti alle novità. «Da anni punto sulle minime lavorazioni del terreno, che eseguo con il coltivatore Kverneland CLC con ottimi risultati, e sono sempre di più i miei clienti che le richiedono, anche perché il risparmio sui costi è considerevole e non ci sono effetti negativi sulle produzioni», racconta Marzari.
Quali effetti ha riscontrato sui terreni?
«Se si lavora bene e si utilizzano attrezzature giuste, il terreno, con la minima lavorazione, rispetto ad aratura ed erpicatura risulta sempre più soffice, anche se si tratta di terreni “forti” che qui da noi non mancano».
Con sua figlia Silvia sta introducendo l’agricoltura di precisione in azienda, con quali prospettive?
«Ho la fortuna di avere mia figlia che studia agraria e sta impegnandosi attivamente in azienda, e con gli altri quattro giovani che mi aiutano in campo, ho messo in piedi una squadra che è in grado di recepire velocemente le innovazioni tecnologiche e in particolare la nuova frontiera della precisione. Abbiamo investito sulla seminatrice Kverneland Optima V per mais e soia e sulla combinazione della barra di semina CX-II con il nuovo serbatoio frontale f-drill per cereali vernini, pisello da industria e riso; oltre che sullo spandiconcime TL GEOSPREAD. Si tratta di attrezzature con le quali possiamo impostare mappe di prescrizione per le dosi variabili. Quando si fa un investimento bisogna crederci e quindi metterlo in campo sfruttando tutte le potenzialità, e avere vicino i giovani è la garanzia per avere successo».
Avete già sperimentato le dosi variabili?
«Lo scorso anno, sulla base delle mappe di raccolta e delle mappe di vigore satellitari, abbiamo provato la semina a dose variabile del mais, passando da 7 a 9 piante al metro quadro dove il terreno mostrava maggiore fertilità. I risultati sono stati molto buoni, a dimostrazione del fatto che mirare la distribuzione dei mezzi tecnici sulla base di dati oggettivi anziché delle “sensazioni” aumenta la redditività degli appezzamenti».
E per la concimazione?
«Proprio quest’anno abbiamo utilizzato il GEOSPREAD con le dosi variabili per la concimazione di copertura dei frumenti e siamo riusciti finalmente ad annullare le differenze di vigore che si notavano in diverse aree del campo».
Quale il suo giudizio sulla nuova tramoggia frontale f-drill in abbinamento alla barra di semina?
«È possibile utilizzarla con un’ampia gamma di semi e fertilizzanti, da quelli fini a quelli più grandi. È possibile seminare e concimare in un’unica passata, così come applicare in modo combinato sementi e colture complementari. La struttura modulare della f-drill assicura una distribuzione uniforme del peso su tutta la macchina, dando al trattore il migliore equilibrio per la massima capacità. Questo migliora sia la sicurezza che la manovrabilità, offrendo una visuale libera sulla macchina».
Com’è la reazione dei suoi clienti quando propone queste innovazioni?
«La casistica è ampia e ancora molti agricoltori non ne vogliono sapere di cambiare la vecchia strada per la nuova. Tuttavia negli ultimi anni aumentano gli imprenditori che accettano le nostre proposte di cambiamento, e devo dire che i risultati positivi in termini di produzione e di minori spese sta facendo breccia anche sui più scettici!».
Le nuove regole imposte dalla Pac porteranno a cambiamenti negli ordinamenti colturali dei suoi clienti?
«Certamente sì e ne stiamo già parlando. Un ruolo chiave lo avranno le cover crops, come per esempio la senape, che proporremo in autunno per consentire all’azienda di ripetere il mais sulla stessa particella. Per fortuna che c’è questa via di uscita, altrimenti addio mais!».
4 commenti
Nicola
27 Maggio 2023 at 8:02 am
Condivido troppa burocrazia ha spostato una parte di agricoltori in altri mestiere.
Gli Agricoltori che hanno sempre eseguito lavori a regola d’arte sono stati penalizzati invece di essere Premiati.Noi AGRICOLTORI PER PASSIONE non siamo ascoltati e considerati,pertando dobbiamo affidarci alle nostre forze e gestire le nostre aziende.da Buon Padre di famiglia così come.abbiamo.ereditato da loro lamore per la Terra madre di tutti.
Nicola Santoro olivicoltore in Ostuni.
Luigi
28 Maggio 2023 at 7:57 am
Purtroppo qui da me (Faenza Ra) i contoterzisti non sono ancora attrezzati e l’aratura va ancora per la maggiore. Spero che prima o poi si aggiornino. Saluti
Luigi
28 Maggio 2023 at 8:11 am
Purtroppo qui da me (Faenza Ra) i contoterzisti non sono ancora attrezzati per le nuove lavorazioni,l’armatura va ancora per la maggiore. In questo modo si fa quel che si può, essendo un piccolo agricoltore. Speriamo che prima o poi si aggiornino. Saluti
Prospero
28 Maggio 2023 at 10:12 am
La sua fortuna è avere 4 giovane che lo seguono con gioia per il lavoro che fanno. Ma la sua vera forza è la figlia, tutto il resto viene da solo, complimenti.