L’agricoltura biologica corre verso i 2 milioni di ettari: +70% di superficie in 8 anni

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I prezzi pagati all’agricoltore biologico per prodotti come cereali, soia e bietola sono generalmente di tre volte superiori a quelli pagati per i prodotti convenzionali e quindi, anche se le produzioni ad ettaro in certi casi sono molto inferiori, i conti tornano eccome. Sarà per questo che l’agricoltura biologica in Italia continua a macinare record: ogni 100 ettari di superficie agricola utilizzata, 20 ettari sono condotti con metodo biologico nel centro-sud, mentre al nord siamo a 7 ettari.

Nel 2017 la superficie agricola biologica in Italia ha superato gli 1,9 milioni di ettari, con una crescita vicina al 6% rispetto all’anno precedente, e le aziende agricole certificate sono 75.873. Si tratta solo del 4,5% del totale, ma teniamo conto che il boom del biologico è un fenomeno tutto sommato molto recente. È infatti solo questione di tempo, perché al supermercato la domanda di biologico sta crescendo con incrementi dell’8-12% all’anno e oggi la spesa bio ha raggiunto i 3,5 miliardi di euro. Gli addetti alle vendite sostengono che la richiesta da parte del consumatore è ancora molto superiore all’offerta, anche in termini di numero di referenze.

Dunque il messaggio al mondo agricolo è quello di rivolgersi con ancora più decisione al metodo biologico, anche per le colture di pieno campo, dedicandogli almeno una parte della superficie aziendale, per ottenere una diversificazione che offre prospettive economiche interessanti.

Novità anche sui mezzi tecnici

Sul fronte dei mezzi tecnici, che il tema più complesso per chi vuole convertirsi anche in parte all’agricoltura biologica, c’è una novità. Federbio ha siglato un accordo con Fibl, l’istituto svizzero di ricerca sul bio, per allargare anche al nostro paese l’uso di una serie di prodotti come biostimolanti, corroboranti, agenti di biocontrollo, mezzi fisici eccetera. Si tratta di circa 7 mila formulati che hanno una specifica certificazione per l’uso sul biologico. Questo significa evitare un eventuale uso improprio di alcuni mezzi tecnici, con tutte le note conseguenze per l’agricoltore.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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