L’agroalimentare vola, ma la sostenibilità è da prendere sul serio
L’Italia è la terza industria alimentare dell’Unione europea con un fatturato, secondo un’indagine di Nomisma, di 145 miliardi di euro. Occupiamo il sesto posto nella classifica dei paesi più forti nell’export, che vale 36,2 miliardi di euro. Ma analizzando i numeri si scopre che le vendite all’estero sono trainate dai prodotti DOP e IGP.
Quale made in Italy occorre produrre?
Non c’è dubbio che anche per via del Covid-19 il ruolo e i prodotti del territorio si sono molto rafforzati tra gli acquisti dei consumatori, che stanno premiando non solo la spesa “di prossimità” ma anche i prodotti “made in Italy” certificati e garantiti.
Il cambio di marcia nel fare la spesa della maggior parte dei consumatori, molto più attenti del passato alla “sostenibilità” globale degli alimenti che acquistano e alla loro origine, sta comportando una profonda e velocissima riorganizzazione delle filiere agroalimentari. E questo investe da vicino i rapporti tra agricoltura e industria di trasformazione che è sempre più alla ricerca di materia prima italiana.
Chi mette in campo la sostenibilità reale, guadagna di più
Ormai è assodato che chi riesce a integrare nei processi aziendali e nelle strategie produttive e commerciali una dose significativa e tangibile di “sostenibilità” riscontra in breve tempo un importante e più elevato valore di mercato. È ovvio che portare sul banco di vendita prodotti “sostenibili e tracciati dal campo alla tavola” comporta costi e investimenti, perché la sostenibilità, come ha scritto Gianmario Verona sul Corriere della Sera, non è un pranzo di gala.
Serve un cambio di rotta globale
Occorre cambiare mentalità, strumenti, impianti, protocolli di lavoro, eccetera. Insomma, si deve affrontare una rivoluzione del modo di lavorare che deve partire sempre e comunque da una nuova cultura di impresa. Che sia agricola o industriale.
La nostra sensazione è che il cambiamento culturale per affrontare le nuove sfide del mercato, sempre più dominato da nuovi concetti legati alle emergenze ambientali, venga ancora sottovalutato soprattutto dal mondo agricolo.
Aiuti economici all’agricoltore mirati e non a pioggia
La ghiotta occasione di fornire sostegni economici indispensabili agli investimenti agricoli, che passa dalla scrittura della nuova Pac, deve essere sfruttata nel migliore dei modi, con aiuti finalmente mirati e non a pioggia per accontentare tutti. Tocca a tutti noi fare quel salto necessario per rendere il mondo migliore, come viene richiesto dal contratto che abbiamo sottoscritto con l’Europa per dare un futuro ai nostri figli.