L’erba medica è la regina delle foraggere (e continua a fornire reddito e fertilità)
Un agricoltore con oltre 100 ettari di terra forte, ma molto forte, ci ha detto di recente con un sorriso soddisfatto: «Mi ero stancato di spendere tutti quei soldi per arare e tirare la terra. Le produzioni calavano. Ho fatto tre anni di erba medica e al quarto anno ho messo tutto a sodo. La più bella decisione della mia vita!».
Ebbene sì: la medica, oltre a essere tornata al centro dell’interesse degli allevatori che puntano alla qualità, è una coltura tra le più indicate per preparare la terra alle lavorazioni conservative, soprattutto i terreni più difficili. Ma è anche regina della rotazione, con tutti i benefici che conosciamo.
Molti agricoltori lamentano prezzi di mercato poco stabili, ma bisogna farsene una ragione e puntare a produrre un’erba medica di altissima qualità: vedrete che gli acquirenti non mancheranno, anzi.
L’erba medica e la Pac
L’erba medica contribuisce al requisito di area ecologica, con fattore di ponderazione 1. Inoltre, ai fini della diversificazione viene conteggiata come coltura e quindi rispetta anche questo obbligo.
La medica è una leguminosa (quindi se copre più del 75% della superficie a seminativi dell’azienda con altre leguminose, esonera l’agricoltore dall’obbligo del greening) ed è una foraggera (ma se viene coltivata in purezza non diventa prato permanente dopo il quinto anno di impianto, perché è una coltura). Dunque il medicaio si può rompere, senza incorrere nelle sanzioni previste per il mancato mantenimento dei prati permanenti.
Quanto costa e quanto rende l’erba medica
I costi di impianto del medicaio, stimati da un’analisi economica di Gabriele Chiodini pubblicata di recente ne L’Informatore Agrario, si aggirano su 526 euro/ha.
Al primo anno di impianto si fanno due sfalci con un costo di circa 305 euro/ha, poi si realizzano tre e più sfalci, la produzione aumenta e i costi salgono a 580-630 euro/ha.
Per calcolare i ricavi, Chiodini ha fatto rifermento a una quotazione di 134,7 euro/t, cioè la media Istat di 12 mesi. Per il fieno di primo sfalcio il prezzo è stato abbassato di un 15%. Questi i risultati dell’analisi:
- Al primo anno il medicaio produce mediamente 3,5 t/ha, quindi si ricavano 441 euro/ha.
- Al secondo anno si arriva a 9 t/ha, con un ricavo di 1.138 euro/ha
- Al terzo anno si possono raggiungere 10 ,1 t/ha, con un ricavo di 1.274 euro/ha.
- Al quarto anno il medicaio va verso fine ciclo e la produzione cala a 9 t/ha, con un ricavo di 1.206 euro/ha.
Riassumendo, in media da un ettaro di medica si ottiene un reddito lordo annuale di 351 euro/ha. Ma se nel calcolo si considera il prezzo medio Istat delle ultime 24 mensilità (143 euro/ha), la redditività migliora sensibilmente arrivando a 413 euro/ha. Dunque la coltura dimostra una buona stabilità economica nel tempo.
Peraltro, vanno calcolati anche gli innumerevoli benefici agronomici che derivano dalla coltivazione della medica: è difficile quantificarli, ma chi la coltiva li conosce bene!