Roberto Bartolini24 Settembre 20214min10310

Mais: buona annata grazie ai prezzi, ma resta il problema acqua

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Con un prezzo che viaggia attorno ai 250 euro alla tonnellata, quest’anno con appena 90 ql/ha di granella secca si pareggiano i conti. Sono molti i maiscoltori che hanno prodotto almeno 120 ql/ha di granella secca, ma sono tanti anche coloro che hanno sfondato il tetto dei 150 ql/ha e un gruppo più ristretto di “virtuosi” ha portato a casa persino 180 ql/ha.

Dobbiamo però guardare anche il rovescio della medaglia e allora registriamo che, per esempio, in provincia di Rovigo, Ferrara e Bologna ci sono aziende che hanno prodotto poco più di 50 ql/ha di granella secca. Come mai? Sostanzialmente perché non dispongono di irrigazione e con annate come il 2021 è già una fortuna non aver arato sotto il raccolto!

Come diciamo spesso, ormai non è più tempo di avventure: colture come mais e soia non si possono azzardare se non si dispone di acqua e di un efficiente impianto di distribuzione.

Indispensabile investire sull’irrigazione

Quest’anno il caldo eccezionale ha messo a dura prova anche colture molto meno esigenti come girasole e sorgo, tant’è che si sono visti campi disseccati anzitempo che hanno prodotto poco o nulla. Insomma, affidarsi al cielo in questi tempi di profondi cambiamenti climatici, non è né opportuno né conveniente. Allora cosa si deve fare?

Un investimento prioritario per l’agricoltore che ne è ancora sprovvisto deve essere l’impianto di irrigazione e nel caso in cui la posizione dell’azienda e la rete irrigua territoriale non lo consenta o lo renda oltremodo gravoso, non si può fare altro che puntare sulle colture vernine o sui prati. Dunque bisogna smetterla di tentare l’impossibile dove non c’è l’acqua, perché le stagioni sono cambiate e il peggio deve ancora venire.

Occorrono sostegni mirati per chi investe in impianti irrigui

Poiché un impianto di irrigazione richiede investimenti non di poco conto, è ora che la nuova Pac preveda, almeno nel secondo pilastro, contributi adeguati per sostenere gli agricoltori che adottano i sistemi più efficienti con un utilizzo razionale dell’acqua che è sempre più una risorsa limitata nel tempo. È inutile fare progetti nazionali per incrementare le semine di mais (coltura precipitata a 600 mila ettari) e di soia di cui siamo oltremodo deficitari, se poi non si sostengono gli agricoltori per affrontare investimenti mirati ed indispensabili per far quadrare i conti. I proclami non bastano, perché poi chi pesta la terra e deve produrre si trova in difficoltà.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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