Mais: buona annata grazie ai prezzi, ma resta il problema acqua
Con un prezzo che viaggia attorno ai 250 euro alla tonnellata, quest’anno con appena 90 ql/ha di granella secca si pareggiano i conti. Sono molti i maiscoltori che hanno prodotto almeno 120 ql/ha di granella secca, ma sono tanti anche coloro che hanno sfondato il tetto dei 150 ql/ha e un gruppo più ristretto di “virtuosi” ha portato a casa persino 180 ql/ha.
Dobbiamo però guardare anche il rovescio della medaglia e allora registriamo che, per esempio, in provincia di Rovigo, Ferrara e Bologna ci sono aziende che hanno prodotto poco più di 50 ql/ha di granella secca. Come mai? Sostanzialmente perché non dispongono di irrigazione e con annate come il 2021 è già una fortuna non aver arato sotto il raccolto!
Come diciamo spesso, ormai non è più tempo di avventure: colture come mais e soia non si possono azzardare se non si dispone di acqua e di un efficiente impianto di distribuzione.
Indispensabile investire sull’irrigazione
Quest’anno il caldo eccezionale ha messo a dura prova anche colture molto meno esigenti come girasole e sorgo, tant’è che si sono visti campi disseccati anzitempo che hanno prodotto poco o nulla. Insomma, affidarsi al cielo in questi tempi di profondi cambiamenti climatici, non è né opportuno né conveniente. Allora cosa si deve fare?
Un investimento prioritario per l’agricoltore che ne è ancora sprovvisto deve essere l’impianto di irrigazione e nel caso in cui la posizione dell’azienda e la rete irrigua territoriale non lo consenta o lo renda oltremodo gravoso, non si può fare altro che puntare sulle colture vernine o sui prati. Dunque bisogna smetterla di tentare l’impossibile dove non c’è l’acqua, perché le stagioni sono cambiate e il peggio deve ancora venire.
Occorrono sostegni mirati per chi investe in impianti irrigui
Poiché un impianto di irrigazione richiede investimenti non di poco conto, è ora che la nuova Pac preveda, almeno nel secondo pilastro, contributi adeguati per sostenere gli agricoltori che adottano i sistemi più efficienti con un utilizzo razionale dell’acqua che è sempre più una risorsa limitata nel tempo. È inutile fare progetti nazionali per incrementare le semine di mais (coltura precipitata a 600 mila ettari) e di soia di cui siamo oltremodo deficitari, se poi non si sostengono gli agricoltori per affrontare investimenti mirati ed indispensabili per far quadrare i conti. I proclami non bastano, perché poi chi pesta la terra e deve produrre si trova in difficoltà.