Mais: evitare stress, combattere la piralide e usare il sistema biologico del ceppo AF-X1 contro le aflatossine

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Il rischio di contaminazione per il mais, soprattutto da aflatossine, è in aumento – almeno così dicono gli esperti, in seguito al cambiamento climatico in atto. La gran siccità e il gran caldo di questo giugno 2017 avranno dunque effetti sul mais italiano?

Teniamo ben presente che tutte le condizioni di stress, quindi anche da caldo, contribuiscono a incrementare il contenuto di micotossine, pertanto tutto quello che l’agricoltore può fare per evitare sofferenze al suo mais è d’obbligo per sperare in un raccolto sano. Proviamo a elencare qui di seguito gli aspetti più importanti a cui prestare attenzione.

Gestire l’irrigazione con molta cura

Al primo posto ci mettiamo l’irrigazione, se la situazione di emergenza di quest’anno non ostacolerà l’arrivo dell’acqua nelle aziende.

L’irrigazione va fatta bene anche nella fase avanzata della coltura se il terreno chiama acqua. Attenzione però, perché apporti irrigui oltre la fase di maturazione lattea favoriscono condizioni ideali per lo sviluppo del Fusarium e quindi delle fumonisine.

Lotta alla piralide e alle aflatossine

Altro punto chiave è la lotta alla piralide, che provoca vie di penetrazione per i funghi patogeni vettori delle micotossine. La difesa si attua con interventi sulla seconda e la terza generazione della piralide, monitorata con le trappole, con lanci di Trichogramma brassicae anche con l’impiego dei droni.

Contro le aflatossine è invece da consigliare la lotta attraverso l’uso di AF-X1, un agente di biocontrollo a base di un ceppo selezionato di A. Flavus capace di ricombinarsi con ceppi produttori di aflatossine, autorizzato in Italia solo per il mais a uso zootecnico. Questo prodotto consiste in semi di sorgo devitalizzato e quindi incapaci di germinare, che agiscono come vettore per le spore del fungo buono che combatte quello dannoso. Il prodotto può essere distribuito alla dose di 25 kg/ha utilizzando lo spandiconcime nel periodo post sarchiatura e sino a 15 giorni prima della fioritura del mais.

Sono già oltre 1500 le aziende in Pianura Padana che usano l’AF-X1, brevettato dall’Università cattolica di Piacenza e da Pioneer Hi-Bred. Il prodotto non va interrato e in assenza di piogge è consigliata un’irrigazione dopo il trattamento.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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