Nicoli: “Con l’agricoltura 4.0 azzero gli sprechi e valorizzo i raccolti”

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«Prima di tutto occorre informarsi bene da più fonti diverse, poi bisogna trovare il concessionario davvero preparato sui sistemi 4.0, cosa tutt’altro che scontata; infine noi agricoltori dobbiamo avere la pazienza di imparare cose nuove e di usare strumenti nuovi. Se tutte e tre queste condizioni si realizzano, ecco che l’innovazione 4.0, abbinata ad attrezzature adeguate, ci fa fare un gran salto in avanti in termini di impatto ambientale e di conto economico». Lo afferma David Nicoli, che gestisce 160 ettari di terreno oltre a uno splendido agriturismo, il Millefiori – La Corte delle Rose in provincia di Rovigo. Non c’è dubbio che si tratta di un imprenditore innovatore, che ha impostato la gestione della terra in modo da affrontare, con i giusti mezzi, i cosiddetti tempi del cambiamento, che invece buona parte dei suoi colleghi ancora rifiuta di considerare.

Non guardiamo al passato: ci vuole dinamismo

Le innovazioni di Nicoli cominciano dalla diversificazione colturale molto spinta, dal momento che coltiva frumento tenero e duro (anche con contratti), mais, colza e soia di primo e secondo raccolto, anche da seme. E anche da questo punto di vista interpreta al meglio gli obiettivi indicati dall’Unione europea, che combatte da anni la monocoltura a favore di una diversificazione che porta vantaggi agronomici ma anche commerciali, dal momento che il “rischio di mercato” viene suddiviso su più colture.

Uno splendido campo di soia da seme di secondo raccolto.

«Tanti agricoltori sono fermi su posizioni vecchie e rifiutano le innovazioni, che giudicano costose e inutili», prosegue Nicoli. «Ma i problemi non mancano anche sul fronte dei concessionari, perché è molto difficile trovarne di aggiornati e affidabili, soprattutto sulle innovazioni 4.0. E questa mancata crescita dei dealers certamente rallenta anche il processo di trasformazione della nostra agricoltura».

Tre acquisti mirati grazie a un concessionario preparato

Nicoli però sembra che il problema lo abbia risolto, dal momento che ha tecnologie 4.0 innovative già in campo. «L’ho risolto – spiega infatti l’imprenditore – quando ho visto su Youtube i filmati di Kverneland con Sandro Battini che spiegava con dettagli molto chiari e pratici le attrezzature e le soluzioni 4.0. Da lì il passo è stato breve, ed ecco che ho acquistato lo spandiconcime Kverneland GEOSPREAD CL, la piattaforma Farm Centre e la seminatrice Kverneland OPTIMA V, in arrivo tra pochi giorni. Poi per chiudere il cerchio penserò anche alla botte da diserbo. Vede, quando si trova un concessionario preparato, che trova la soluzione più giusta per la realtà aziendale dove si opera e garantisce assistenza, non c’è problema a investire sulle innovazioni, perché la spesa si ripaga in poco tempo»

David Nicoli con il terminale Isomatch Tellus Pro, centro di connessione di tutte le attrezzature ISOBUS e piattaforma per l’applicazione dell’agricoltura di precisione.

GEOSPREAD, lo spandiconcime sostenibile al 100%

Ecco, a proposito, con il GEOSPREAD come si è trovato? «In campo fa tutto quello che mi aveva descritto il concessionario al momento della trattativa», risponde Nicoli. «Precisione assoluta nello spandimento, azzeramento delle sovrapposizioni, possibilità di inserire le mappe di prescrizione per la concimazione a dose variabile. Grazie a GEOSPREAD ho già risparmiato un bel po’ di concime, che prima andava sprecato, e non subisco più i danni sulle colture dovute a eccessi o carenze in fase di distribuzione. Infine c’è anche la questione ambientale: con questo spandiconcime posso davvero dire di essere sostenibile»

IsoMatch FarmCentre, per gestire tutti i dati

Ma non finisce qui, perché Nicoli ha già in azienda IsoMatch FarmCentre: «L’obiettivo è quello di valorizzare al massimo i raccolti ed è possibile anche con i seminativi, ma solo se in campo si opera con interventi mirati e in fase di commercializzazione si dimostra all’acquirente la tracciabilità di tutto ciò che si è fatto, all’insegna della sostenibilità che pretende più di ogni altra cosa il consumatore. Per questo è indispensabile una tecnologia come Farm Centre che, oltre a questo, permette di monitorare in tempo reale l’attività delle macchine in campo, creare mappe di prescrizione e visionare, grazie ai satelliti, lo stato di salute delle colture campo per campo».

Nicoli coltiva parte del frumento tenero sotto contratto con Barilla che ha lanciato la Carta del Mulino, un disciplinare di produzione che garantisce al consumatore frumento sostenibile al 100%.

Come giudica il sistema? «È una piattaforma molto semplice da utilizzare, con un’interfaccia molto intuitiva, ed è molto veloce. Ci stiamo trovando molto bene, anzi molto meglio rispetto ad altre piattaforme, molto famose e più complete, ma troppo complicate. L’agricoltore ha bisogno di sistemi semplici, altrimenti lascia perdere!”

Nell’azienda di Nicoli è ora in arrivo la seminatrice Kverneland OPTIMA V: «È un altro passo indispensabile per realizzare la semina a dose variabile in base alle caratteristiche del terreno, che sono molto diverse come dimostrano le mappe e le analisi del suolo che abbiamo effettuato», spiega l’agricoltore, che lancia un messaggio finale ai suoi colleghi: «Potrà suonare un po’ forte, ma non posso che dire: svegliatevi! Il mondo è cambiato in fretta e voi siete fermi su posizioni vecchie che non pagano più».

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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