Pac e organismi pagatori: ancora nuovi casi di malaburocrazia a danno degli agricoltori

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«Stiamo lavorando e tutti i pagamenti della Pac avverranno in tempi rapidissimi». Sono le dichiarazioni distensive rilasciate di recente alla stampa dal Ministero dell’agricoltura e dai vertici di Agea, ma che purtroppo non trovano riscontro nella realtà territoriale, dove i problemi di malaburocrazia, anziché risolversi, si fanno sempre più complicati. Il risultato è che non solo mancano all’appello ancora tanti pagamenti Pac 2015, ma nemmeno si sistemano casi aziendali clamorosi che evidenziano come i sistemi informatici siano allo sbando.

Riportiamo all’attenzione dei nostri lettori alcuni esempi tratti dalla realtà aziendale, riportati da Ermanno Comegna sull’ultimo numero dell’Informatore Agrario.

Il sistema considera eleggibili anche le cappezzagne

In Emilia-Romagna, l’organismo pagatore territoriale Agrea ha considerato ammissibile all’aiuto anche la superficie delle cappezzagne e quella dei margini dei campi.

Ecco che cosa è avvenuto: l’agricoltore ha presentato domanda Pac dichiarando ammissibili 50 ettari, cioè la superficie che ha seminato. Le foto aeree (Gis) e le verifiche di Agrea portano invece in sede di assegnazione dei titoli definitivi a calcolare 51 ettari e non 50, quindi all’agricoltore sono stati assegnati 51 titoli.

Questi gli effetti:

  1. Diluizione del valore unitario dei diritti, perché i pagamenti diretti 2014 – che sono il riferimento per calcolare i nuovi titoli – vengono divisi per un numero maggiore di ettari.
  2. Vengono pagati solo 50 titoli perché questa è la superficie dichiarata dall’agricoltore nel 2015.
  3. Rimane inutilizzato 1 titolo, quindi ci sono pagamenti inferiori.

Lo scostamento tra la superficie realmente seminata dall’agricoltore e la superficie considerata eleggibile da parte dell’organismo pagatore interessa molte domande, non solo in Emilia-Romagna ma anche in altre regioni.

Le deroghe regionali non vengono riconosciute da Agea

Ci sono altri casi dove alcune deroghe a livello regionale non vengono riconosciute dal sistema centrale di Agea per un gap informatico che non viene risolto e che tiene bloccate molte domande, anche se sono perfettamente regolari.

Poi c’è la questione delle domande Pac sottoposte al controllo a campione. Le verifiche sono terminate con esito positivo, ma di soldi erogati non se ne vedono, e quando l’agricoltore cerca di capirci qualcosa, ecco che scatta il solito scaricabarile di responsabilità tra sede centrale romana e sedi regionali periferiche.

Le verifiche sui trasferimenti sono ok, ma i pagamenti sono bloccati

Molte aziende che nella domanda 2015 hanno inserito atti di trasferimento dei titoli si vedono ancora bloccati i pagamenti perché il passaggio dei titoli è fermo. La stessa cosa capita alle aziende agricole interessate dai controlli della Guardia di Finanza per la verifica della regolarità dei contratti di conduzione: la Pac 2015 non è ancora stata liquidata, anche se le verifiche hanno dato esito favorevole.

Dunque ancora una volta, diciamo noi, gli agricoltori rimangono impotenti di fronte alla malaburocrazia e non c’è nessuno, ma proprio nessuno, che muova un dito per cercare il bandolo della matassa. Eppure – lo ribadiamo ancora una volta – anche il ministro, i burocrati centrali e regionali si siedono a tavola tre volte al giorno proprio grazie agli agricoltori!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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