Pac, il sequestro di Co2 nel suolo diventerà una nuova fonte di reddito

A partire dal 1° gennaio 2023, agli agricoltori che applicheranno pratiche agricole sostenibili (come minima lavorazione, sodo, cover crops, avvicendamento colturale, gestione virtuosa dei residui e dei liquami) e che eliminano la Co2 dall’atmosfera verranno corrisposti nuovi premi ad ettaro in ambito Pac sotto forma di “certificati verdi” o di “assorbimento”, anche detti “crediti di carbonio”. A commentare positivamente la notizia è l’agronomo Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia: «Dopo anni che se ne discute nei convegni, la Commissione europea sta predisponendo un sistema di certificazione che riconoscerà finalmente, con denaro sonante, il contributo che l’agricoltore offre alla comunità nel contrastare i cambiamenti climatici».


Ci saranno tre forme di incentivo per chi è virtuoso
Quindi, a chi adotterà percorsi agronomici sostenibili nella gestione del suolo non solo verranno riconosciuti ancora gli incentivi per ettaro (misura 10 dei Psr attuali) e i contributi per l’acquisto di nuove attrezzature (misura 4 dei Psr attuali), ma anche una nuova fonte di reddito sotto forma di premio di matrice “ambientale”. D’altra parte centinaia di studi e di applicazioni pratiche dimostrano che, mentre l’aratura permette un sequestro di 1250 g/mq, con il sodo il sequestro di carbonio aumenta fino a di 1750 g/mq. Le colture di copertura a loro volta contribuiscono ad aumentare il tasso di carbonio organico nel suolo (che altrimenti sul suolo nudo volerebbe in atmosfera) pari a 0,32 t/ha/anno.
Pensate che è stato calcolato che il potenziale sequestro di carbonio in tutti i suoli coltivati del pianeta compenserebbe l’8% delle emissioni di gas serra dell’agricoltura.



Il sistema di certificazione, una volta approvato, permetterà di stabilire l’effettiva quantità in tonnellate di carbonio sequestrato nel suolo in una determinata azienda agricola che pratica un determinato percorso colturale e su questa base sarà definito il premio a superficie, oppure sulla base delle tonnellate di Co2 sequestrate.
Prepariamoci per tempo, per evitare errori gestionali
Con questa nuova premialità in ambito Pac, all’agricoltore viene riconosciuto per la prima volta in maniera tangibile il suo impegno a favore dell’ambiente e della salute dei cittadini.
Poiché il passaggio dalle lavorazioni tradizionali alle lavorazioni conservative e alla gestione delle cover crops non si può improvvisare, pena cocenti delusioni, è bene che gli agricoltori si preparino fin da ora d un cambio di rotta tecnico-agronomico, per poi essere pronti a intercettare i nuovi crediti di carbonio a partire dal 2023.


Un commento
AGR LUCIANO CIROLLA
25 Dicembre 2020 at 5:38 pm
Sono d accordo, combatto da anni con la testardaggine di moltissimi agricoltori