Roberto Bartolini18 Settembre 20194min6271

Pac: per controlli e scartoffie, l’Europa spende 1,8 miliardi all’anno

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Sulla Pac si spende troppo. Meno male che se ne sono accorti, anche se con colpevole ritardo, i funzionari della Commissione europea, che hanno analizzato le spese sostenute per il “Sistema integrato di gestione e controllo della Pac” (Sigc) e per il sistema identificativo delle parcelle coltivate e i relativi controlli. Solo per il Sigc il costo medio annuo è di 10 euro per ettaro coltivato, con variazioni stellari tra uno Stato membro e l’altro, dal momento che si va da 2 a 200 euro a ettaro.

Quanto spende ogni azienda agricola?

La Commissione europea ha intervistato anche gli agricoltori per capire quanto costa all’azienda agricola la montagna di carta relativa alla domanda unica e ai PSR. Ed è emerso che tra costi interni (cioè il tempo perso dagli agricoltori e dai dipendenti per espletare gli obblighi amministrativi) e costi esterni (per servizi come per esempio quelli dei Caa) siamo nell’ordine di 236 euro per agricoltore all’anno.

Tanti modelli operativi diversi in Ue

Naturalmente non tutti gli Stati membri adottano gli stessi sistemi e modelli operativi: per esempio molti hanno un modello pagatore centralizzato con un organismo unico, mentre altri come Italia, Spagna e Germania hanno modelli regionalizzati che sono molto più costosi. In Italia, in particolare, sono proprio le soluzioni informatiche che si sono adottate ormai da anni che creano le maggiori difficoltà amministrative, con sistemi che fanno fatica a dialogare tra loro.

Risorse vitali per gli agricoltori buttate al vento

Considerando come stanno andando i mercati agricoli, nonché la necessità estrema di innovazione e di ammodernamento tecnologico e gestionale, viene spontaneo chiedersi come mai non si metta al primo posto della lista delle cose da fare quella di togliere di mezzo la burocrazia amministrativa, che toglie risorse vitali alle aziende agricole. I bene informati dicono che qualcosa si è già fatto e si continuerà a fare, ma è sempre troppo poco rispetto al necessario. Nell’era della digitalizzazione è assurdo che si continui a sperperare denaro prezioso per alimentare gli uffici, togliendolo alla campagna.

La prossima Pac peggiorerà le cose

Purtroppo con la prossima Pac 2021-2027 le cose potrebbero addirittura peggiorare, dal momento che la nuova politica agricola prevederà controlli non più basati sui comportamenti ma sui risultati. Risultati che dunque andranno analizzati, pesati e valutati, con un aggravio di attività amministrative.

Forse è davvero giunta l’ora di interrogarsi sull’opportunità di mantenere in vita la Pac. L’agricoltura va sostenuta in qualche modo, non c’è dubbio, ma questo meccanismo fa acqua da tutte le parti. Proviamo a inventarci qualcosa di più semplice.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • Franz

    20 Settembre 2019 at 7:57 am

    Una volta esistevano i divulgatori agricoli che facevano divulgazione sul territorio.
    La cosa non.piacque troppo alle associazioni di categoria.
    Risultato: per accontentare le varie “conf” la P.A. si è ritirata dalle campagne ed ammassata negli uffici.
    Conseguenza : abbiamo ormai pletore di impiegati regionali e ministeriali che pur avendo una formazione agraria non vanno mai in azienda. A questo si aggiunga la presunzione degli Organismi pagatori di controllare tutto con degli algoritmi elettronici.
    Ecco qui la causa di tutto, oltre ad alcune non scelte scriteriate dei nostri politici che continuano a intendere gli aiuti disaccoppiati come una spartizione sul territorio. …

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