PSR 2018, riparte la spesa: 9 Regioni superano la soglia critica del disimpegno

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Ogni tanto una buona notizia in agricoltura ci vuole, soprattutto quando si parla di fondi europei per i quali noi italiani siamo specialisti nel lasciarceli scappare via. Un comunicato ufficiale diramato nei giorni scorsi dice che dopo avere chiuso il 2017 in modo negativo, soprattutto a causa delle difficoltà determinate dalle incertezze sui nuovi obblighi legati alla nuova certificazione antimafia, la spesa dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR) è ripartita. E per fortuna, perché il 2018 rappresenta per l’Autorità di gestione dei PSR un momento chiave nella programmazione 2014-2020.

La spada di Damocle del disimpegno automatico

Questo è infatti il primo anno in cui scatta la regola del disimpegno automatico delle risorse. In poche parole, per molti programmi UE l’annualità di impegno 2014 (da dover rendicontare e spendere entro il 31 dicembre 2017 in base alla regola del cosiddetto “N+3”) è stata riallocata in parte nell’anno di impegno 2015 e in parte nel 2016; e per l’Italia questo ha significato trasferire circa 1.480 milioni di euro nei due anni successivi, incrementandone la dotazione finanziaria (vedi Regolamento delegato UE 791/2015 che modifica l’Allegato I del Reg. 1305/2013).

Pertanto, a conti fatti, il i PSR italiani devono portare a pagamento entro fine 2018 circa 434 milioni di euro di solo quota FEASR per tagliare il primo traguardo di spesa della programmazione ed evitare di dover restituire risorse a Bruxelles (pari a 835 milioni di euro di spesa pubblica complessiva).

Le regioni più virtuose per la spesa PSR

La notizia positiva è appunto che nove Regioni hanno già superato la soglia del disimpegno (>100%): stiamo parlando dei PSR di Umbria, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Sardegna, Trento, Bolzano, Sicilia e Calabria. Molto vicini al traguardo di spesa sono altresì i PSR della Lombardia (93,4%) e del Molise (93%) e non desta preoccupazione neanche il PSR del Piemonte, con una percentuale rispetto all’obiettivo 2018 dell’86% e con soli 12 milioni di euro (FEASR) da spendere nei prossimi dieci mesi.

Il livello di attuazione rispetto all’intero periodo si attesta a fine febbraio a 14,94%, con un incremento rispetto a inizio anno dell’1,43%. Sopra la media europea – a inizio dicembre circa del 22% – troviamo tre programmi: le due Province autonome di Trento e Bolzano e il Veneto, con un livello di attuazione rispettivamente del 30,15%, del 39,5% e del 30,15%. A livello di attuazione elevato e prossimo alla media UE anche per i PSR di Sardegna (21,33%) e Umbria (19,30%)

Il mese di dicembre 2017 è stato critico

Dall’analisi mensile delle spese emerge tuttavia una situazione cririca: il mese di dicembre, che storicamente presenta un picco nella spesa, registra purtroppo una forte battuta di arresto, con soli 18,5 milioni di euro rendicontati a Bruxelles.

Il “blocco” dei pagamenti nel mese di dicembre può essere ricondotto alle nuove disposizioni in materia di antimafia (emendamento al decreto legislativo n.148 del 16 ottobre 2017, vedi notizia) che impongono agli organismi pagatori regionali l’acquisizione dell’informativa e comunicazione antimafia per le imprese beneficiarie di contributi comunitari. Il testo di legge (art. 1 comma 1141 della legge di Bilancio) è stato approvato in via definitiva il 23 dicembre 2017.

Più nel dettaglio, le disposizioni precisano che l’obbligo riguarda tutte le imprese che percepiscono contributi comunitari superiori a 5 mila euro, ma tale obbligo – al fine di agevolare l’adeguamento alle nuove disposizione – resta sospeso per tutto il 2018 per le imprese che percepiscono contributi comunitari tra 5 mila euro e 25 mila euro.

I soliti ritardi di Agea

In sostanza, la situazione di incertezza sull’evoluzione delle disposizioni di legge, con la discussione sulla definizione delle soglie di esenzione, ha determinato per tutto il mese di dicembre un rallentamento e in molti casi un blocco delle domande di pagamento.

Purtroppo la situazione di incertezza ha anche coinvolto il nuovo sistema informativo gestito da Agea, riguardante 13 PSR, che ha come obiettivo la completa informatizzazione delle procedure gestionali di presentazione, istruttoria e pagamento delle domande di aiuto. Le numerose difficoltà riscontrate nell’implementazione del sistema informativo sono legate soprattutto alla complessità della verifica e controllo delle misure e alla numerosità e complessità delle operazioni attivate nei PSR regionali. Ciò ha determinato una difficoltà nello sviluppo informatico, con conseguente rallentamento nei pagamenti e accumulo di ritardi nella fase finale del pagamento.

Siamo tornati alla normalità?

I ritardi hanno coinvolto sia le misure a superficie e a capo sia le misure strutturali; tuttavia già a fine 2017, attraverso un dettagliato piano di azione Agea e la ridefinizione degli algoritmi informatici, i ritardi accumulati delle annualità 2016 che 2017 sono stati sostanzialmente riassorbiti. Questo, almeno, è quanto afferma il comunicato ufficiale, ma ora bisogna vedere se è vero. La parola spetta ai nostri lettori.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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