Rotazione, copertura permanente del suolo e autosufficienza alimentare della stalla con foraggi aziendali

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«Il mio obiettivo è produrre in azienda la gran parte dei foraggi che servono al mio allevamento da carne, mantenere una copertura permanente (12 mesi all’anno) su tutti i 100 ettari ed effettuare solo semine su sodo, senza lavorazioni al terreno. Sto lavorando da molti anni a questo progetto e ritengo di essermi fatto già una buona esperienza, ma sono consapevole che c’è ancora della strada da fare anche perché l’andamento climatico di questi anni non ci aiuta».

Luigi Martani conduce un’azienda agricola a Pegognaga (Mantova) ed è un appassionato innovatore, sempre disponibile a provare nella sua realtà nuovi percorsi colturali e nuovi mezzi tecnici. Ma lamenta di sentirsi un po’ isolato nell’applicare le sue idee innovative, non riuscendo a condividerle con colleghi e tecnici che nella maggior parte dei casi rimangono troppo ancorati a schemi precostituiti, nel timore che i “fuori rotta” possano danneggiare risultati ormai acquisiti. Tuttavia sappiamo bene che questo è purtroppo un malvezzo diffuso del nostro mondo agricolo che sta penalizzando produzioni e ricavi.

Martani comunque tira diritto e ogni anno cerca di mettere in campo una nuova idea, soprattutto in chiave agronomica, perché quello che gli interessa è aumentare la fertilità dei suoi terreni, razionalizzando nel contempo i costi di coltivazione, e portare in stalla alimenti sani e di qualità. È questa la strada maestra della sostenibilità a tutto tondo, che ogni agricoltore dovrebbe percorrere.

Trasemina di trifoglio sul frumento foraggero

Nel video in apertura dell’articolo, Martani ci mostra alcuni campi dove ha effettuato la semina del frumento a ottobre 2018 e verso il 20 febbraio 2019 una trasemina di quattro diverse specie di trifoglio. «Quando raccoglierò il trinciato di frumento rimarranno i trifogli e avrò modo di verificare quale di essi si è comportato meglio, con l’obiettivo di mantenere una copertura vegetale permanente anche in vista delle seconde semine da effettuare direttamente sulla leguminosa».

Un impiego originale della superficie Efa

Il nuovo progetto 2019 riguarda un impiego originale delle superfici EFA che, come è noto, debbono essere occupate in maggior parte da leguminose.

«In quest’altro appezzamento che nella domanda Pac risulta EFA ho seminato in un’unica soluzione, con una macchina combinata, un miscuglio precostituito di frumento, trifoglio e pisello foraggero con la risultante di avere per il 65% leguminose e per il 35% cereale. Dobbiamo verificare come si comportano le leguminose insieme al cereale e anche quale effetto avranno nel contenimento delle infestanti. Una volta che avrò raccolto il frumento foraggero la mia idea è di seminare, sul letto verde di trifoglio rimasto in campo, un mais di secondo raccolto su sodo, utilizzando una seminatrice da frumento. Scelgo questa attrezzatura per ridurre lo spazio delle interfile e quindi con una vegetazione più fitta mi auguro di limitare lo sviluppo delle infestanti».

Una volta raccolto il mais, si può seminare su sodo un cereale vernino sempre sul letto di trifoglio.

Una sostenibilità totale, economica e agronomica

Se questa innovazione non sarà compromessa da qualche imprevisto, nel giro di qualche campagna l’intera superficie aziendale ospiterà per tutto l’anno una copertura vegetale di leguminose sulle quale seminare alternativamente cereali vernini e primaverili. Il risultato finale in termini di sostenibilità potrebbe essere formidabile, dal momento che, oltre a eliminare tutte le lavorazioni di preparazione dei suoli, si migliora la la struttura fisica e fertilità chimica e microbiologica degli appezzamenti, con una riduzione significativa di concimi chimici e verosimilmente anche di diserbanti, per l’effetto pacciamante esercitato dal tappeto perenne di leguminose.

Quest’idea di Martani può trovare piena applicazione in tutte le stalle da carne e da latte d’Italia con benefici economici e ambientali di grande portata. Ci sarà qualcuno disposto a seguire l’idea di questo imprenditore agricolo?

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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