Semina del mais a dose variabile con Dekalb e Kverneland HD e-drive gestita dal satellite

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Quest’anno Dekalb, con il progetto “SmartFarming”, in 25 aziende agricole dislocate dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia, porta in campo la semina a dose variabile del mais e la gestione dell’irrigazione attraverso il sistema Aquatek. Nella maggior parte di queste aziende viene utilizzata la seminatrice Kverneland HD e-drive con sistema elettrico di distribuzione del seme e gestione satellitare. In tutte le 25 aziende è stata realizzata da AgriSoing la mappatura del suolo per poter individuare punto per punto la variabilità di tessitura e di fertilità degli appezzamenti.

Le mappe dell’azienda Margheria. A sinistra la mappa del suolo e a destra la mappa di prescrizione dove i quattro diversi colori corrispondono a quattro differenti densità di semina.
La mappa del suolo dell’azienda Dordoni.
La mappa di prescrizione con tre diverse densità di semina.

Sulla base delle mappe del suolo e quindi della loro variabilità, gli agronomi di Dekalb hanno stabilito differenti dosi di semina in funzione dell’ibrido prescelto, creando le cosiddette mappe di prescrizione che vengono lette dal computer di bordo della seminatrice.

La chiavetta USB che contiene le mappe di prescrizione verrà inserita direttamente nel terminale Topcon del trattore.
Il terminale Topcon installato sul trattore che comanda le dosi variabili.

Nel caso dell’azienda Tenuta Margheria di Verrua Savoia in Piemonte, su 18 ettari sono state individuate e realizzate quattro diverse densità di semina, da 6,6 a 8,7 semi/mq.

Il particolare del sistema di semina a gestione elettrica di ogni elemento di distribuzione della Kverneland Optima HD e-drive.

Nell’azienda agricola Dordoni in provincia di Lodi, su circa 21 ettari sono state adottate tre densità di semina diverse: 7.0, 7.8, 8.6 semi/mq.

L’obiettivo del progetto SmartFarming è di ottimizzare la densità di piante al metro quadro con la differente fertilità che si riscontra nelle diverse zone di uno stesso appezzamento, per far esplicare al meglio le potenzialità genetiche degli ibridi. Tutto questo si traduce in un aumento di redditività per l’agricoltore “metro quadrato per metro quadrato”!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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