Semina del mais su stoppie di loietto in un solo passaggio

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L’Unione europea ha varato la nuova Pac all’insegna di quella che viene definita “intensificazione sostenibile”, cioè produrre di più con meno risorse e soprattutto con meno chimica e meno gasolio. Che non significa abolire concimi e agrofarmaci, ma farne un uso più mirato, modificando gli ordinamenti colturali e le tecniche di gestione del suolo.

Infatti sia le nuove norme della condizionalità rafforzata (le BCAA) sia gli eco-schemi, in particolare l’eco-schema 4 con un pagamento a favore dell’avvicendamento virtuoso, vanno in questa direzione, con l’obiettivo primario di preservare il terreno e aumentarne fertilità, portanza e capacità di stoccare CO2, ma anche di limitare gli interventi meccanici e l’uso degli agrofarmaci, grazie a rotazioni e avvicendamenti stretti e l’utilizzo delle cover crops. Questa viene definita “agricoltura rigenerativa“, che si traduce in effetti positivi sulla produttività, quindi sulla redditività delle colture, oltre che sull’impatto ambientale, sempre più al centro dell’attenzione di industrie agro-alimentari e dei consumatori.

Un esempio di percorso virtuoso

Nel video che presentiamo Paolo Montana, agricoltore e contoterzista del lodigiano, mostra come si presentava un campo di mais gestito secondo i canoni dell’agricoltura rigenerativa, il 21 e il 27 maggio scorsi.

La semina è stata effettuata l’8 maggio su cotiche di loietto, e con un unico passaggio sono stati eseguiti lo strip-till a 70 cm, la concimazione sulla fila con Rhizovit a 3 ql/ha e il diserbo a pieno campo con la miscela Glifosate (3 lt/ha) e Adengo (400 gr/ha), su una densità di semina di 80.000 semi ad ettaro. In questo caso è necessaria la presenza del Glifosate per disseccare le cotiche di loietto e il lavoro è risultato perfetto, dal momento che l’area-testimone non diserbata dimostra come si sarebbero diffuse le infestanti.

Il costo dell’operazione in un unico passaggio varia da 180 a 200 euro/ha a seconda della superficie da lavorare e permette di sfruttare al meglio le poche finestre utili di lavoro con l’andamento climatico alquanto bizzarro di questi ultimi tempi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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