Semine mais: le strategie alternative all’aratro per spendere al massimo 300 euro/ettaro
Su frumento, orzo e cereali vernini, la minima lavorazione e addirittura la semina su sodo stanno allargando il loro raggio di azione, mentre per il mais l’aratro è sempre il preferito. Per fortuna c’è chi la pensa diversamente, come Sebastiano Bongiovanni di Agrievo di Casalmaggiore (Cremona), che da anni ottiene successi crescenti e aumenta il numero di clienti che chiedono alternative sostenibili.
«Sul mais bisogna comportarsi in maniera diversa a seconda del tipo di terreno», dice Bongiovanni, iniziando dai suoli tenaci e argillosi: «L’aratro lo abbiamo messo in soffitta da molti anni. All’inizio dell’autunno passiamo con un dissodatore nelle situazioni più critiche, facendo seguire il Qualidisc di Kverneland per lasciare il terreno con una zollosità media cioè non troppo fine, e distribuiamo il potassio. In primavera seminiamo localizzando il fertilizzante biammonico con la seminatrice Kverneland Optima a 8 file trainata da un trattore di 100 cavalli per limitare il calpestamento».
E sui terreni più leggeri? «Qui distinguiamo due percorsi – dice Bongiovanni – a seconda che si disponga o meno di digestato. Se c’è digestato eseguiamo un passaggio con Xerion abbinato al Kverneland CLC per preparare il letto di semina direttamente sui residui dell’anno precedente e poi seminiamo con la Optima 8 file trainata. Se invece non c’è il digestato, distribuiamo il solfato di potassio, facciamo un passaggio di CLC e seminiamo».
Ma quali sono i costi delle operazioni? Risponde Bongiovanni: «La lavorazione con interramento costa a seconda dei terreni da 150 a 200 euro/ha, semina e concimazione 65 euro/ha. Un eventuale passaggio con un preparatore come il TLC di Kverneland costa altri 60 euro/ha».
Agrievo gestisce in questo modo circa 400 ettari ogni anno e i clienti sono più che soddisfatti.
Un commento
MARIO ROSSI
5 Settembre 2020 at 4:19 pm
Vorrei sapere chi è l’economista e ottimista che si prodiga in questi conteggi sempre in notevole attivo e sempre attivi, con un calo produìttivo medio del 30% negli ultimi 3 anni !