Soia, seme aziendale o seme certificato? I pro e i contro di una scelta molto discussa

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«Nel 2016 non ho speso nemmeno un euro per il seme di soia e di altre colture e nemmeno per il concime, perché ho usato solo letame e digestato. Abbiamo avuto una soia bella che ha prodotto 55 ql/ha. Con il seme certificato avrei prodotto la stessa quantità, spendendo però 213 euro al quintale contro i miei 40 euro, che è il costo del seme di soia aziendale». Così parla un contoterzista intervistato di recente dal settimanale Terra e Vita, mettendo un po’ a soqquadro il mondo delle società sementiere e della loro associazione, Assosementi, che ha replicato per bocca del segretario Alberto Lipparini.

Acquistare sempre seme certificato

Ognuno può decidere di seguire la strada che ritiene per lui più conveniente, ma non c’è dubbio che è bene chiarire a quali guai può andare incontro.

La prima raccomandazione è quella di utilizzare sempre e solo seme certificato, prestando molta attenzione alle frodi. Infatti le sementi di soia possono essere commercializzate solo se sono ufficialmente certificate: quindi la vendita, lo scambio e l’acquisto di seme o granella non certificate è illegale e passibile di sanzioni, perché si contravviene sia alla normativa sementiera sia a quella fiscale.

L’autoproduzione di semi è a livelli preoccupanti

Dato che l’uso di seme di soia prodotto nell’azienda agricola sta diventando un’abitudine sempre più diffusa, va precisato che il reimpiego non autorizzato di varietà di soia tutelate a livello nazionale o comunitario è un reato, perché viola le norme che regolano la proprietà intellettuale sulle varietà vegetali.

Ma al di là del reato (la Guardia di Finanza e l’Ispettorato Repressioni frodi sono stati già allertati da Assosementi), crediamo che l’utilizzo di seme non certificato o autoprodotto da parte dell’agricoltore sia prima di tutto uno sbaglio. Seminare senza essere alcuna garanzia della qualità e della sanità di quello che si semina è un grosso errore che può compromettere il risultato finale, con il pericolo di diffondere partite di semente contaminate da funghi e sporigeni di vario tipo, con possibili infestazioni dei terreni.

La soia è una coltura importante e può dare ottime soddisfazioni, per questo dobbiamo farla bene!

Perché acquistare semi certificati

Ci sono dei precisi motivi tecnici che rendono indispensabile l’acquisto del seme anziché l’autoriproduzione. Abbiamo chiesto a Piero Ciriani, seed business manager di Sipcam Italia che da decenni si occupa di seme di soia, di illustrarceli meglio: trovate il suo approfondimento cliccando qui.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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