Biologico e convenzionale: non facciamone una guerra di religione

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In risposta al nostro recente articolo “Non si può stabilire per legge che l’agricoltura biologica è migliore della convenzionale“, FederBio, la Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica, ci segnala una nota molto dettagliata che confuta il documento firmato da una folta schiera di ricercatori italiani che critica il disegno di legge su biologico in discussione al Senato. Infatti sul sito di FederBio il 30 gennaio scorso è stato pubblicato un “contro-documento“, intitolato “Contributi di approfondimento scientifico sull’agricoltura biologica” e sottoscritto da un “Gruppo di docenti per la libertà della scienza”, che smonta una a una le tesi dei cosiddetti detrattori del biologico. Chi fosse interessato lo può leggere sul sito di FederBio.

Non vogliamo entrare nel merito della discussione tecnico-scientifica, dal momento che le tesi opposte, sostenute dalle due parti in causa, vengono avvalorate da una lunga serie di pubblicazioni nazionali e internazionali. Ma una cosa è certa: la nostra agricoltura, già alle prese con molti problemi da risolvere, non ha affatto bisogno di trovare un’ennesima causa di divisione con una guerra di religione che non porta da nessuna parte.

Possiamo impiegare giorni, mesi e anni a discutere e nessuna delle due parti in causa cambierebbe opinione, per la semplice ragione che ci sono tanti modi di fare bene l’agricoltura, ma proprio per questo non si può applicare solo a un sistema un’etichetta virtuosa, come si legge nel disegno di legge in discussione al Senato. È questa presunta superiorità dell’agricoltura biologica sulla convenzionale che traspare nel disegno di legge ad avere provocato la reazione del mondo scientifico e dei produttori convenzionali, perché nessuno nega il ruolo che il biologico ha e deve avere nel comparto agroalimentare italiano.

A nostro avviso è opportuno che le parti in causa seppelliscano in fretta l’ascia di guerra per dedicare tempo e azione a ricerche e sperimentazioni, scientifiche e di campo, e a una capillare e puntuale divulgazione dei risultati che possano fornire a tutti i nostri agricoltori, biologici e convenzionali, indicazioni pratiche sull’innovazione di cui hanno assoluto bisogno per far quadrare i conti delle aziende agricole.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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