Colza, superfici in aumento: buone rese e bassi costi
Dal 2020 le superfici agricole italiane investite a colza sono in costante aumento, con un picco del +20% nel 2022/2023, in un’annata di produzioni generalmente buone attorno ai 30 ql/ha, con solo alcune eccezioni negative, come sempre accade.
Una coltura da rinnovo sostenuta dalla Pac
La colza è una coltura da rinnovo e quindi ben si inserisce nella nuova Pac, che premia da un lato, con l’eco-schema 4, chi alterna colture miglioratrici con colture depauperanti, e dall’altro con la BCAA 7, che impone l’obbligo di rotazione (con la deroga in atto per il 2024).
La colza è una coltura che non richiede grandi investimenti e ha un costo di coltivazione attorno a 800 euro/ha, ma il punto più critico è farla nascere bene, data la piccolissima dimensione del seme da porre nel terreno.
Poche e semplici regole agronomiche
Per la colza serve un letto di semina ben preparato e affinato, dato che la profondità non deve superare 1,5 cm, con la necessaria presenza di una certo tasso di umidità.
La seminatrice utilizzata da molti agricoltori è quella di precisione, con interfila di 50 cm e una distanza di 2 cm sulla fila, per un investimento di 70 semi per mq.
La colza aiuta a pulire il terreno dalle infestanti graminacee, ma necessita di un diserbo di pre-emergenza e di un trattamento contro il meligete. Per quanto riguarda la concimazione, oltre a 150 unità di azoto, 30 di fosforo e 25 di potassio, la colza ha bisogno di 80 kg/ha di zolfo e almeno 30 kg/ha di magnesio.
Raccolta entro metà giugno
Un altro vantaggio della colza è che la raccolta avviene di solito entro il 15 giugno e questo permette di programmare un secondo raccolto che generalmente è soia, anche in semina diretta, dato che i residui colturali del colza non sono ingombranti.
Il prezzo della colza è attualmente di 40-45 euro al quintale e di norma l’agricoltore stipula un contratto di coltivazione che garantisce il ritiro del raccolto, destinato per lo più alla produzione di olio alimentare.
Una nuova e promettente “destinazione verde”
Una nuova e promettente destinazione della colza è quella degli olii vegetali puri (OVP) che hanno una destinazione energetica. Al momento in Italia si producono solo 180 mila tonnellate di OVP, che forniscono energia pura a 300 mila famiglie di 70 Comuni, ma con il “Piano di energia e clima” che sarà varato entro l’anno, colza, girasole e soia avranno un ruolo sempre più strategico per la produzione di energia sostenibile, tracciata e certificata.