Frumento foraggero, un prodotto strategico per fare squadra

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Cresce l’utilizzo del frumento foraggero nell’agricoltura italiana (per fare erbai autunno-primaverili in purezza o in miscuglio con leguminose) con l’obiettivo di alimentare i ruminanti, e questo fatto può favorire una bella collaborazione tra allevatori e cerealicoltori di uno stesso comprensorio. L’azienda zootecnica infatti spesso ha il problema di collocare i reflui e a volte non dispone di tutta la terra sufficiente per alimentare la mandria, quindi ben venga un accordo con un’azienda cerealicola della zona che può fornirle erbai invernali con la possibilità di distribuire i reflui sui terreni dedicati a questa produzione.

Il frumento foraggero, con raccolta dalla prima decade di maggio alla prima decade di giugno, permette la semina di una seconda coltura estiva. Può essere un mais precoce o precocissimo destinato a trinciato o pastone di spiga oppure, nel caso di raccolta più tardiva dell’erbaio autunnale di frumento, soia di secondo raccolto o sorgo.

Victoria.Mix, un miscuglio di due varietà di frumento tenero, triticale, avena e orzo distico, quest’anno ha prodotto in alcune aziende sino a 540 ql/ha.

 

Quali frumenti per la destinazione foraggera

Per la destinazione foraggera, il Forage Team dell’Università di Torino consiglia la scelta di varietà di frumento a taglia alta, con spiga senza ariste, resistenti all’allettamento, con elevato sviluppo fogliare e di ciclo tardivo, per ampliare la finestra di raccolta. L’investimento ottimale consigliato è tra 150 e 200 kg/ha di seme, pari a 450-550 piante/mq, con epoca di semina collocata tra la metà e la fine di ottobre. Inverni miti permettono di spostare le semine anche alla prima decade di novembre.

Non si effettua il diserbo, soprattutto se la raccolta viene effettuata in epoca anticipata.

Attenzione alla dose di azoto

Il rischio di allettamento (e lo abbiamo visto bene nel 2023) è dietro l’angolo, quindi con frumenti di taglia elevata non bisogna mai andare oltre la soglia di 200 kg/ha di azoto, intesi come somma tra reflui e concimi minerali. Generalmente gli elementi nutritivi di liquami e digestati sono sufficienti per alimentare bene il frumento foraggero senza ricorrere a distribuzioni di concimi minerali.

Le qualità nutrizionali del frumento foraggero (tabella tratta da Terra e Vita n. 24/2023)

 

Epoca di raccolta e conservazione del frumento foraggero

La raccolta del frumento foraggero può essere effettuata in un intervallo che va da botticella-inizio spigatura sino allo stadio di maturazione cerosa della granella.

Le epoche di raccolta ottimali (tabella tratta da Terra e Vita n. 24/2023)

Se si raccoglie precocemente il frumento foraggero, con tenore di sostanza secca della pianta compreso tra il 16 e il 21%, è bene prevedere, prima della trinciatura, un appassimento parziale in campo per ridurre l’umidità del foraggio a valori inferiori al 70%, che favoriscono una buona fermentazione.


Nel video qui sopra, raccolta di un foraggio preappassito di Sole.mix, un miscuglio di frumenti e avena

 

Per raccolte più tardive si può optare per una trinciatura diretta in campo, con tenori di sostanza secca della pianta attorno al 30%. Con tenori di sostanza secca tra il 20 e il 30%, Forage Team consiglia di utilizzare inoculi batterici lattici per ridurre il pericolo di pericolose fermentazioni butirriche.

Se l’agricoltore vuole invece praticare la fienagione, per esempio in zone dove i disciplinari di produzione dei formaggi DOP escludono l’uso degli insilati, il momento ideale per lo sfalcio va scelto in base alle previsioni del tempo, che debbono assicurare almeno 4-5 giorni con un buon soleggiamento per raccolte precoci.

Frumento Bernstein, che in questa azienda del mantovano ha prodotto 43 balloni per ettaro.

Il taglio allo stadio della spigatura offre un foraggio con una buona degradabilità della fibra, abbinata a una produzione di almeno 7-9 t/ha di sostanza secca.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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