Roberto Bartolini23 Dicembre 20194min27991

Frumento: attenzione alle dosi di azoto e all’epoca di distribuzione

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All’uscita dall’inverno, quindi generalmente dal mese di marzo, il frumento è in fase di levata e comincia ad avere bisogno di essere sostenuto con i giusti apporti di azoto, che nel terreno in quell’epoca non sono più sufficienti. È ben noto che il tenore proteico ma anche la qualità del glutine, che ha la proprietà di conferire elasticità e tenacità alla semola e quindi la tenuta alla cottura della pasta, dipendono dalle quantità di azoto che la pianta riesce ad assorbire dal suolo, ma non bisogna esagerare per evitare pericolosi allettamenti delle piante che sono sempre dietro l’angolo. Allora qual è la giusta dose annuale di azoto per il frumento?

Il calcolo dipende dalla varietà e dall’obiettivo produttivo

La corretta dose annuale di azoto per il frumento si determina in base alle caratteristiche della varietà seminata e all’obiettivo produttivo, altrimenti andando a caso si rischiano disastri. Per le varietà resistenti all’allettamento la dose va da 180 a 250 kg/ha/anno di unità fertilizzanti; per varietà mediamente resistenti da 150 a 180 kg/ha/anno; per varietà sensibili al massimo 100 kg/ha/anno.

Le ditte sementiere, e non i commercianti, sono perfettamente in grado di fornire queste informazioni, quindi è opportuno informarsi su che cosa si è messo in campo. E poi dipende da che cosa si deve produrre. Per esempio per un frumento biscottiero, che ha un contenuto proteico inferiore all’11%, si può stare su dosi, magari frazionate in 2-3 interventi, di 140-150 kg/ha/anno di unità fertilizzanti. Se invece si è seminato un grano duro o un frumento di forza, ecco che occorre spingere sull’azoto, ammesso che la varietà sia resistente, puntando anche su fertilizzanti a rilascio graduale e stabilizzato evitando così le perdite per lisciviazione e mettendolo a disposizione della pianta lentamente lungo il periodo vegetativo più critico.

La concimazione tardiva è utile per aumentare la qualità

Molti agricoltori chiedono se serve una concimazione tardiva allo stadio della botticella-spigatura. Un apporto tardivo di azoto non ha tanto effetto sulla produzione bensì sulla qualità del glutine e sul contenuto proteico, quindi una concimazione fogliare che apporti azoto sotto forma liquida (urea) a 25-30 kg/ha è molto utile per poter raggiungere quei requisiti qualitativi richiesti dai contratti di filiera e che a volte gli agricoltori non riescono a raggiungere… non certo per colpa del frumento!

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


Un commento

  • gaetano foggia

    22 Gennaio 2020 at 7:54 am

    Salve, nell’articolo si parla di unità fertilizzanti, quindi per arrivare a 250 kg/ha di nitrato ammonico 34% si dovrebbe dare circa 730 kg/ha ?

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