Frumento foraggero, attenzione all’epoca di raccolta di insilato e fieno

frumento foraggero

La necessità di diversificare le colture e di applicare un’ampia flessibilità negli ordinamenti colturali sta favorendo la crescita di interesse per il frumento a uso foraggero da destinare alle stalle da latte e da carne. In particolare, la possibilità di raccogliere in un arco temporale che va dai primi dieci giorni di maggio alla prima decade di giugno permette di programmare una seconda coltura.

Per le raccolte anticipate del frumento foraggero si può seminare un mais precoce o precocissimo per trinciato o per fare pastone di granella, mentre per le raccolte a giugno si può far seguire soia di secondo raccolto, sorgo da granella per uso foraggero, panico o miglio perlato. L’epoca di raccolta del frumento foraggero può andare dagli stadi botticella-inizio spigatura sino alla maturazione cerosa della granella. Si può optare per l’insilamento o per la fienagione.

Tabella tratta dall’Informatore Agrario n. 24-2023

Se si fa l’insilato

Con raccolte a stadi precoci, il tenore di sostanza secca del frumento è compreso tra 16 e 21% e il consiglio del Forage Team dell’Università di Torino è di prevedere, prima della trinciatura, un parziale appassimento in campo. Mentre per raccolte più tardive, con sostanza secca attorno al 30%, si può avviare direttamente la trinciatura del prodotto.

Se si dovesse raccogliere con tenori di sostanza secca compresa tra 20 e 30%, è opportuno utilizzare inoculi lattici per ridurre le fermentazioni anomale.

Se si fa il fieno

Il momento più opportuno per lo sfalcio deve essere determinato anche dalle previsioni meteo, avendo cioè la prospettiva di almeno 4-5 giorni di tempo soleggiato. La raccolta precoce consente di produrre foraggi ideali per le vacche in produzione, mentre le raccolte più tardive forniscono foraggi più adatti agli animali destinati alla rimonta e all’asciutta.

Quando diminuisce la digeribilità del foraggio

Dalla fase di levata del frumento diminuisce l’incidenza delle foglie sul totale della biomassa, che diventa molto più evidente dopo la spigatura, per la senescenza delle foglie basali. Al diminuire della percentuale di foglie aumenta la componente fibrosa, con la riduzione della digeribilità totale del foraggio. Quindi il taglio effettuato alla spigatura permette di ottenere un foraggio con un buon indice di degradabilità della fibra (cioè 50-55% dell’NDF) abbinato a una produzione più elevata di sostanza secca (da 7 a 9 tonnellate).

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • Luca

    8 Marzo 2024 at 6:24 pm

    Buongiorno,
    se destinato al foraggio in rotazione per la pace é da intendersi al pari del frumento da granella o rientra nelle colture foraggere?
    Grazie

    Rispondi

  • Antenore pecchini

    10 Marzo 2024 at 11:20 am

    Ottima inserzione, buona divulgazione delle conoscenze agrarie.

    Rispondi

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