Insilati in trincea: come scegliere l’inoculo ideale

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Il riempimento del silo con diverse tipologie di foraggi va eseguito con molta attenzione, ma non c’è dubbio che, per orientare al meglio i processi di fermentazione che si svolgono nel corso dei mesi di stoccaggio, è opportuno aggiungere degli inoculi batterici che sono di due tipi: a base di batteri omolattici e a base di batteri eterolattici.

Vediamo ora alcuni casi pratici per utilizzare al meglio, a seconda delle diverse situazioni aziendali, le due tipologie di batteri.

  1. Silo che viene svuotato durante l’inverno: usare inoculi con batteri omolattici.
  2. Silo che viene utilizzato durante l’estate: usare inoculi con batteri eterolattici.
  3. Se si hanno foraggi molto umidi, di erba medica o altre foraggere, per prevenire la fermentazione provocata dai clostridi con produzione di acido butirrico che degrada l’insilato: usare inoculi con batteri omolattici.
  4. Se si raccolgono foraggi secchi, per evitare il surriscaldamento nel silo: usare inoculi con batteri eterolattici.

Quando distribuire l’inoculo e con quale acqua

La distribuzione dell’inoculo è opportuno venga fatta nella fase di raccolta e di trinciatura del prodotto, installando sulla macchina operatrice apposite attrezzature accuratamente calibrate per la omogenea distribuzione dell’inoculo. È bene evitare di usare l’acqua dell’acquedotto, che contiene in genere abbondante cloro che svolge un’azione antibatterica e quindi limiterebbe l’attività dei batteri inoculati. Meglio utilizzare l’acqua di pozzo o l’acqua piovana, raccolta in cisterna e filtrata con carboni attivi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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