Roberto Bartolini16 Luglio 20183min10950

”La battaglia contro gli OGM era sbagliata”: l’autocritica di uno scienziato oppositore pentito

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«La campagna anti ogm è stata vinta, ma purtroppo era sbagliata. Ha privato il mondo di un’innovazione cruciale, che migliora la qualità della vita: i raccolti ogm hanno ridotto del 37% i pesticidi chimici rispetto alle coltivazioni tradizionali». La svolta indietro a 360 gradi è di Mark Lynas che, come scrive il quotidiano La Repubblica, ha pubblicato in Usa un libro che abbraccia in pieno la linea pro-ogm.

Lynas è uno scienziato e ricercatore della Cornell University di New York ed è stato uno dei pionieri della battaglia contro gli organismi geneticamente modificati, molto attivo anche in vari blitz e manifestazioni di piazza. Eppure oggi nel suo libro scrive che quasi tutti gli allarmi sugli ogm sono falsi, perché il verdetto della scienza su questo tema è chiaro. Anche se molti ambientalisti, dice Lynas, sono pronti a ignorare la scienza se questa contraddice i loro pregiudizi.

Conclude inoltre lo scienziato: «Ho visto di persona in Bangladesh i benefici per i contadini che in passato spruzzavano i propri raccolti con prodotti chimici tossici sino 100 volte ogni stagione».

Il cambio di passo di questo importante scienziato è un altro importante tassello a favore della nuova frontiera genetica, che oggi si è ulteriormente perfezionata con i sistemi di cisgenetica che realizzano sostituzioni mirate di geni, inducendo mutazioni analoghe a quelle che avvengono spontaneamente in natura oppure con i tradizionali incroci. Queste modifiche mirate hanno portato per esempio, grazie alla ricerca italiana, alla creazione di vitigni resistenti a peronospora e oidio, che non necessitano dei trattamenti (ne abbiamo parlato in questo articolo).

Peccato che questi vitigni per ora si possano coltivare solo in Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino, perché nelle altre regioni le “perplessità” degli amministratori e dei burocrati bloccano le autorizzazioni. E ancora una volta, come è accaduto da vent’anni per i cereali, a rimetterci è l’agricoltore, con buona pace dei sempre silenti sindacati agricoli.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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