”La battaglia contro gli OGM era sbagliata”: l’autocritica di uno scienziato oppositore pentito
«La campagna anti ogm è stata vinta, ma purtroppo era sbagliata. Ha privato il mondo di un’innovazione cruciale, che migliora la qualità della vita: i raccolti ogm hanno ridotto del 37% i pesticidi chimici rispetto alle coltivazioni tradizionali». La svolta indietro a 360 gradi è di Mark Lynas che, come scrive il quotidiano La Repubblica, ha pubblicato in Usa un libro che abbraccia in pieno la linea pro-ogm.
Lynas è uno scienziato e ricercatore della Cornell University di New York ed è stato uno dei pionieri della battaglia contro gli organismi geneticamente modificati, molto attivo anche in vari blitz e manifestazioni di piazza. Eppure oggi nel suo libro scrive che quasi tutti gli allarmi sugli ogm sono falsi, perché il verdetto della scienza su questo tema è chiaro. Anche se molti ambientalisti, dice Lynas, sono pronti a ignorare la scienza se questa contraddice i loro pregiudizi.
Conclude inoltre lo scienziato: «Ho visto di persona in Bangladesh i benefici per i contadini che in passato spruzzavano i propri raccolti con prodotti chimici tossici sino 100 volte ogni stagione».
Il cambio di passo di questo importante scienziato è un altro importante tassello a favore della nuova frontiera genetica, che oggi si è ulteriormente perfezionata con i sistemi di cisgenetica che realizzano sostituzioni mirate di geni, inducendo mutazioni analoghe a quelle che avvengono spontaneamente in natura oppure con i tradizionali incroci. Queste modifiche mirate hanno portato per esempio, grazie alla ricerca italiana, alla creazione di vitigni resistenti a peronospora e oidio, che non necessitano dei trattamenti (ne abbiamo parlato in questo articolo).
Peccato che questi vitigni per ora si possano coltivare solo in Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino, perché nelle altre regioni le “perplessità” degli amministratori e dei burocrati bloccano le autorizzazioni. E ancora una volta, come è accaduto da vent’anni per i cereali, a rimetterci è l’agricoltore, con buona pace dei sempre silenti sindacati agricoli.