Roberto Bartolini17 Febbraio 20204min12830

L’erba medica è la regina delle foraggere (e continua a fornire reddito e fertilità)

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Un agricoltore con oltre 100 ettari di terra forte, ma molto forte, ci ha detto di recente con un sorriso soddisfatto: «Mi ero stancato di spendere tutti quei soldi per arare e tirare la terra. Le produzioni calavano. Ho fatto tre anni di erba medica e al quarto anno ho messo tutto a sodo. La più bella decisione della mia vita!».

Ebbene sì: la medica, oltre a essere tornata al centro dell’interesse degli allevatori che puntano alla qualità, è una coltura tra le più indicate per preparare la terra alle lavorazioni conservative, soprattutto i terreni più difficili. Ma è anche regina della rotazione, con tutti i benefici che conosciamo.

Molti agricoltori lamentano prezzi di mercato poco stabili, ma bisogna farsene una ragione e puntare a produrre un’erba medica di altissima qualità: vedrete che gli acquirenti non mancheranno, anzi.

L’erba medica e la Pac

L’erba medica contribuisce al requisito di area ecologica, con fattore di ponderazione 1. Inoltre, ai fini della diversificazione viene conteggiata come coltura e quindi rispetta anche questo obbligo.

La medica è una leguminosa (quindi se copre più del 75% della superficie a seminativi dell’azienda con altre leguminose, esonera l’agricoltore dall’obbligo del greening) ed è una foraggera (ma se viene coltivata in purezza non diventa prato permanente dopo il quinto anno di impianto, perché è una coltura). Dunque il medicaio si può rompere, senza incorrere nelle sanzioni previste per il mancato mantenimento dei prati permanenti.

Quanto costa e quanto rende l’erba medica

I costi di impianto del medicaio, stimati da un’analisi economica di Gabriele Chiodini pubblicata di recente ne L’Informatore Agrario, si aggirano su 526 euro/ha.

Al primo anno di impianto si fanno due sfalci con un costo di circa 305 euro/ha, poi si realizzano tre e più sfalci, la produzione aumenta e i costi salgono a 580-630 euro/ha.

Per calcolare i ricavi, Chiodini ha fatto rifermento a una quotazione di 134,7 euro/t, cioè la media Istat di 12 mesi. Per il fieno di primo sfalcio il prezzo è stato abbassato di un 15%. Questi i risultati dell’analisi:

  • Al primo anno il medicaio produce mediamente 3,5 t/ha, quindi si ricavano 441 euro/ha.
  • Al secondo anno si arriva a 9 t/ha, con un ricavo di 1.138 euro/ha
  • Al terzo anno si possono raggiungere 10 ,1 t/ha, con un ricavo di 1.274 euro/ha.
  • Al quarto anno il medicaio va verso fine ciclo e la produzione cala a 9 t/ha, con un ricavo di 1.206 euro/ha.

Riassumendo, in media da un ettaro di medica si ottiene un reddito lordo annuale di 351 euro/ha. Ma se nel calcolo si considera il prezzo medio Istat delle ultime 24 mensilità (143 euro/ha), la redditività migliora sensibilmente arrivando a 413 euro/ha. Dunque la coltura dimostra una buona stabilità economica nel tempo.

Peraltro, vanno calcolati anche gli innumerevoli benefici agronomici che derivano dalla coltivazione della medica: è difficile quantificarli, ma chi la coltiva li conosce bene!

 

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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