Roberto Bartolini14 Febbraio 202410min20370

Riscatto Agricolo al tavolo del governo: fu vera gloria?

tavolo al Masaf
Salvatore Fais, uno dei leader di Riscatto Agricolo, il neo movimento accolto al tavolo del Ministero

«Abbiamo fatto il primo gol, siamo contenti, ma è solo l’inizio di una partita molto lunga». Così si è espresso Salvatore Fais, leader del movimento Riscatto Agricolo, all’uscita dell’incontro che si è tenuto presso il Masaf con il sottosegretario Patrizio La Pietra. «Il segreto è la passione che abbiamo per il nostro lavoro ed è questo che ci ha portato avanti imperterriti a costruire tutto questo. Ci sono stati momenti in cui la palla è andata fuori dalla riga, ma abbiamo saputo ripartire. Giovedì 14 febbraio (oggi, NdR) si farà un bel pranzo e poi ce ne andremo a casa».

Vedremo ora se e come il governo darà concretezza alle promesse fatte, dal momento che sono in atto due spaccature: una sul fronte delle sigle autonome che hanno portato i trattori sulle strade e l’altra, sempre più evidente, tra le sigle e la Coldiretti, sinora la principale interlocutrice del governo.

Prandini: “Dai trattori richieste confuse”. Respinta la proposta di dialogo

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti

Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ha preso le distanze dal movimento dei trattori: «Al di là dei titoli, molte delle richieste dei trattori sono confuse. Noi preferiamo tramutare le proteste in proposte. Incontrerò la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e il commissario all’agricoltura Janusz Wojciechowski: è in Europa che dobbiamo far sentire ancora di più la nostra voce».

Due giorni fa alla fiera di Montichiari (Brescia), in occasione di un’assemblea con 100 associati Coldiretti, dal presidio di Riscatto Agricolo è partita una lettera dai toni concilianti con una richiesta di dialogo, che Coldiretti si è affrettata a respingere al mittente. Richiamando con forza l’orgoglio Coldiretti, il segretario generale dell’organizzazione Vincenzo Gesmudo, preoccupato dalla contestazione in atto, ha inviato una lettera a tutte le sedi sparse sul territorio nazionale, con un ordine del giorno i cui punti salienti sono i seguenti.

Le responsabilità

Vincenzo Gesmundo, plenipotenziario di Coldiretti, mostra un po’ di preoccupazione per la contestazione in atto verso la più grande organizzazione sindacale agricola italiana

1. Serve in primo luogo riannodare, con il maggior numero di soci possibile, il filo di un racconto che malauguratamente, per responsabilità nostre e per ragioni oggettive, abbiamo interrotto.

2. Serve mettersi nello stato d’animo dell’ascolto, nella consapevolezza che quanto può apparire a noi come un micro-problema, nell’animo del socio, in questa stagione difficile, può essere vissuto come un ulteriore momento di abbandono o di solitudine.

Le proteste dei teppisti

3. Serve al tempo stesso esprimere con chiarezza il concetto che queste proteste – accanto all’indubbio malessere dei molti – portano l’impronta riconoscibile del teppismo e di una politica che si svende per una manciata di voti.

Respingere la rivolta

4. Per dare pieno impulso a questo dialogo, serve che nei prossimi giorni organizziamo non meno di quattro assemblee per ogni provincia e che esse raccolgano il maggior numero di soci possibile.

5. Infine, serve che tutti portino dentro di sé la consapevolezza nutrita dal cuore e dalla mente che questa minaccia che stiamo affrontando è rivolta alla Coldiretti ed è mirata a cancellare la nostra identità, la nostra forza, il nostro stesso esistere.

I punti discussi al tavolo del Masaf

Patrizio La Pietra, senatore e sottosegretario al Masaf, ha discusso con i rappresentanti di Riscatto Agricolo

«Dopo anni di scelte appiattite su logiche di pseudo-ambientalismo radicale, che hanno causato danni incalcolabili al mondo agricolo europeo, vogliamo cambiare la politica comunitaria e vogliamo farlo in perfetta sinergia con chi nei campi ci vive e lavora»: questa è stata la premessa del sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra nel corso dell’incontro con Riscatto Agricolo. I punti discussi al tavolo sono stati numerosi:

  • La Pac: cambio di passo sulla politica agricola comunitaria, semplificando l’erogazione degli aiuti, scongiurando tagli finanziari, dicendo basta alla vergogna degli aiuti per non produrre.
  • Farina di insetti: contenere, per quanto possibile rispetto alle decisioni prese dall’Europa, la diffusione della farina di insetti, tramite etichettature chiare e scaffali separati.
  • Prezzi e costi di produzione: applicare un rigoroso divieto di vendita dei prodotti agricoli sotto i costi di produzione, assicurando allo stesso tempo un riconoscimento del giusto prezzo per gli agricoltori.
  • Pratiche sleali: per rendere efficace la misura prevista nel decreto legislativo contro le pratiche sleali, il governo rafforzerà i controlli dell’autorità di contrasto (ICQRF), così come il ruolo di Ismea nell’individuazione mensile del prezzo medio dei prodotti agricoli e dei costi medi di produzione delle principali filiere.
  • Irpef: ieri il governo ha deciso che per gli anni 2024 e 2025 i redditi dominicali e agrari di coltivatori diretti e di imprenditori agricoli professionali concorrono alla formazione del reddito complessivo nelle seguenti percentuali:
    • fino a 10.000 euro: 0%;
    • da 10.000 a 15.000 euro: 50%;
    • oltre 15.000 euro: 100%.
  • Concorrenza dai paesi terzi: lotta alla concorrenza sleale attuata da paesi terzi che non rispettano gli standard sanitari, la tracciabilità e le norme sull’origine.
  • Credito agrario: per il 2024 sono disponibili 80 milioni di euro per le operazioni di credito agrario. Per far fronte alle emergenze in agricoltura, il governo ha stanziato con la legge di bilancio 300 milioni di euro per il prossimo triennio.
  • Filiere italiane: confronto con le Regioni e le organizzazioni agricole per individuare le filiere a cui destinare i primi interventi di sostegno. Rafforzare il vincolo di origine 100% italiana delle produzioni, come aiuto diretto alla filiera agroalimentare nazionale.
  • Assicurazioni: organica riforma del sistema assicurativo, in modo da abbassare i costi delle polizze assicurative per gli agricoltori, ampliare la platea degli assicurati e sostenere gli agricoltori contro i rischi catastrofali.
  • Fauna selvatica: piano straordinario di contenimento e gestione della fauna selvatica finalizzato a ridurre drasticamente i danni per l’agricoltura derivanti dalla proliferazione incontrollata degli ungulati. Controlli sull’attività delle Regioni affinchè attuino gli obiettivi del piano. Revisione della direttiva Habitat.

Troppe divisioni fra chi protesta

Gli agricoltori ancora una volta non sono riusciti a mostrarsi compatti nelle proteste di queste settimane.

I buoni propositi non mancano, ma solo i prossimi mesi ci diranno se davvero qualcosa può cambiare nella politica agricola italiana, anche se il difetto di fondo rimane inalterato. Che è l’atavico vizio di dividersi sempre su tutto.

Sono divise da sempre le professionali agricole, ma lo sono anche gli agricoltori che sono scesi in piazza coi trattori. Non è un buon segno. Anche in questa occasione il fronte degli agricoltori non è riuscito a compattarsi e a trovare una strada comune: questo grave difetto alla lunga servirà ai sindacati agricoli per rinserrare le fila e al governo per rinviare ogni decisione?

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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