Roberto Bartolini20 Novembre 20203min11822

Sian, pasticcio Agea: abilitati ad accedere al fascicolo aziendale solo i dipendenti Caa

caa-sian

Agea ha deciso che dal prossimo anno saranno abilitati a operare sul Sian (Sistema informatico agricolo nazionale) per la gestione del fascicolo aziendale delle imprese agricole solo i dipendenti dei Caa o delle società a essi convenzionate. Questo significa mettere da parte circa 1200 agronomi, periti agrari e agrotecnici che oggi operano come liberi professionisti e che gestiscono i fascicoli di migliaia di aziende agricole.

La motivazione del provvedimento di Agea pare dettata dall’esigenza di rendere più dura la vita a chi tenta di incassare i contributi Pac in maniera illecita. La questione, alquanto spinosa, è stata sollevata dal settimanale Terra e Vita, che sottolinea come al momento riguardi solo le regioni che non si sono dotate di un organismo pagatore proprio. Si tratta in prevalenza delle regioni concentrate nel centro-sud Italia, mentre per il nord sono limitate a Friuli Venezia Giulia, Liguria e Valle d’Aosta.

Un bel regalo alle organizzazioni professionali

Come si sa, i centri Caa sono gestititi dalle organizzazioni professionali agricole. Secondo Mario Braga, presidente del Collegio dei periti agrari, «l’operazione nasconde l’interesse delle organizzazioni professionali a creare un monopolio nella gestione delle pratiche agricole, dal momento che se un imprenditore si serve del Caa per la gestione del fascicolo aziendale, lo farà anche per le domande Pac e Psr e per tutte le altre partiche, togliendo lavoro ai liberi professionisti». I quali, aggiungiamo noi, nella maggior parte dei casi sono anche molto più esperti e affidabili.

In conseguenza alla scelta di Agea, molti professionisti, agronomi, periti agrari e agrotecnici per continuare a lavorare dovranno fare accordi con i Caa e di fatto, sostiene il presidente degli agrotecnici Roberto Orlandi, «si creerà una sorta di caporalato intellettuale».

Vedremo presto che effetti avrà tutto questo sulla gestione delle tante “carte” che affollano la burocrazia della nostra agricoltura, ma ci sentiamo di essere alquanto pessimisti.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


2 commenti

  • Fv

    20 Novembre 2020 at 2:41 pm

    Buon pomeriggio,
    Pur lavorando per un caso, trovo che questo provvedimento sia ingiustificabile. Scrivere però che la maggior parte dei liberi professionisti sia più qualificata lo è altrettanto

    Rispondi

  • Pasquale

    31 Ottobre 2023 at 12:06 pm

    Buongiorno, io credo che in questa era digitale ogni proprietario di terreni abbia il diritto di gestirsi autonomamente riguardo anche alle domande per usufruire degli aiuti previsti dalle leggi senza dare per forza la propria rappresentanza ai CAA. La paura di alimentare attività truffaldine si vince con l’adeguata organizzazione e procedure di sicurezza e controllo.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato I campi obbligatori sono contrassegnati


Chi siamo

Nato nel 2014, Il Nuovo Agricoltore è un portale informativo dedicato all’agricoltura, con un occhio di riguardo alle innovazioni tecnologiche. Il progetto è sviluppato da Kverneland Group Italia.


CONTATTACI