Soia, epoca e dosi per la concimazione azotata
La soia si procura da sola l’azoto che serve alla sua crescita, attraverso l’attività dei rizobi simbionti. Ma qualcuno è convinto che un po’ di azoto aggiuntivo possa aumentare la produzione e la qualità del raccolto.
Diciamo subito che sperimentazioni ufficiali attendibili pare non ce ne siano, tuttavia alcuni tecnici esperti di soia consigliano la seguente strategia da applicare, almeno per la prima volta quest’anno, su una piccola superficie di prova.
- Dose di azoto: non più di 40-50 unità/ettaro;
- Prodotto: preferibilmente urea;
- Due momenti di applicazione a confronto:
- a) appena la coltura ha chiuso la fila;
- b) quando il bacello è a 1 cm.
È chiaro che il problema è quello di entrare in campo con la coltura in pieno rigoglio e questo può fare la differenza nelle due epoche indicate. Infatti l’azoto distribuito nelle due epoche farà il medesimo effetto sulle piante, ma quello che cambia è l’entità dell’eventuale danno provocato alla coltura con il passaggio in campo.
Solo i conti a fine campagna potranno indicare se l’azotatura della soia è stata una buona o cattiva idea. In ogni caso vale la pena provare almeno per coloro che sono ancora in tempo.
Un commento
Marco S
17 Dicembre 2021 at 10:57 am
Abbiamo capito che la cosa fondamentale è fare in modo che il rizobio lavori bene. Se la nodulazione è ben avviata mi sembra assurdo intervenire con azoto, visto che il suo costo è esploso ultimamente. Saluti