Roberto Bartolini19 Febbraio 202411min13520

Sorgo e miglio, due colture vincenti con i cambiamenti climatici

progetto certi

Prolungati periodi siccitosi, bombe d’acqua improvvise, obbligo di rotazione e necessità di razionalizzare l’uso dei mezzi tecnici hanno messo in moto la ricerca e la sperimentazione per individuare colture estive resilienti, da affiancare o sostituire a quelle più esigenti, come per esempio il mais. Con queste finalità è stato messo in campo il progetto CERTI (“Colture Resilienti Estive”), finanziato dalla Regione Emilia-Romagna*, che ha avuto come protagonisti in campo 20 ibridi di sorgo e 32 genotipi di miglio in comparazione al mais.

Gli obiettivi del progetto CERTI

Questi gli obiettivi del progetto CERTI:

  1. Identificazione di varietà meno soggette a problematiche fitosanitarie, più competitive nei confronti di infestanti e in grado di garantire livelli produttivi e qualitativi ottimali, anche in condizioni di stress idrici e termici.
  2. Risparmio economico e ambientale, per il minore utilizzo di mezzi tecnici e di risorse idriche.

I risultati del progetto sono stati illustrati da Sara Bosi e Antonio Fakaros del Dipartimento di scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna, nel corso di un convegno che ha raccolto una vasta partecipazione di agricoltori, tecnici, sperimentatori, studenti e consumatori. I dati si riferiscono a solo un anno di sperimentazione, il 2023, caratterizzato da eccessi di pioggia che nessuno si aspettava, ma le prime conclusioni che si possono trarre sui materiali vegetali testati sono molto incoraggianti.

In piedi Giovanni Molari, rettore dell’Università di Bologna. Seduti da destra a sinistra: Sara Bosi (ricercatrice), Giovanni Dinelli (professore Dipartimento scienze e tecnologie alimentari dell’Università di Bologna), Lorenzo Andreotti (L’Informatore Agrario), Carla Corticelli (coordinatrice progetto CERTI), Antonio Fakaros (assegnista di ricerca).
L’aula magna della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna ha ospitato il convegno sul progetto CERTI.

RV Venturoli capofila del progetto

Capofila del progetto CERTI è la società RV Venturoli, leader indiscusso in Italia sul sorgo, che nel 1982, grazie all’intuizione di Vittorio Venturoli, lanciò il sorgo bianco senza tannini Aralba, la varietà più coltivata per decenni e ancora oggi tra le più produttive. RV Venturoli diede inizio alla filiera del sorgo bianco per l’alimentazione avicola grazie alla rete di centri di stoccaggio che consegnavano migliaia di tonnellate di sorgo alla Gloria Mangimi (Gruppo Arena).

Gabriele Gasbarrini, responsabile RV Venturoli

«Il sorgo nel 2023 – ha sottolineato Gabriele Gasbarrini, responsabile della RV Venturoli – in Emilia-Romagna ha fatto registrare un aumento della produzione di granella del 20% rispetto al 2022, un buon segnale del rinnovato interesse da parte degli agricoltori».

Sorgo, rusticità e produttività confermate

Tutti gli ibridi di sorgo (7 a granella bianca e 13 a granella rossa di RV Venturoli) hanno fornito rese piuttosto elevate (in media 7,3 t/ha), con buone caratteristiche qualitative. La semina è stata effettuata il 19 aprile 2023 e la raccolta il 26 agosto 2023.

Come si vede dalla tabella qui sopra, gli ibridi precoci di sorgo hanno prodotto in media 71 ql/ha contro 73 ql/ha degli ibridi tardivi, ma le produzioni più elevate di 78 ql/ha sono state raggiunte dagli ibridi di sorgo medio-precoci. Anche l’analisi termografica non mostra rilevanti situazioni di stress, a conferma del fatto che il sorgo non solo resiste agli eccessi di calore, ma anche a quelli idrici.

Gli ibridi più produttivi

Tra i sei ibridi già commercializzati da RV Venturoli, Armelia è stato il più produttivo con 78 ql/ha, seguito da Araldo (75 ql/ha), Artista e Arabesk (73 ql/ha), Arsky (68 ql/ha) e Ardito (55 ql/ha).

Come si vede dalla tabella soprastante, anche tra gli altri ibridi testati nelle prove e identificati con le sigle ci sono sorghi molto produttivi, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto dal miglioramento genetico.

Miglio: i precoci sono i più produttivi

Per quanto riguarda il miglio sono stati messi in campo 32 genotipi, con semina il 26 maggio 2023 e raccolta il 24 agosto 2023.

I genotipi “precoci” hanno mostrato una resa produttiva superiore ai gruppi “intermedi” e “tardivi”, con una più rapida copertura del terreno.

I dati delle due tabelle mostrano differenze significative tra i genotipi esaminati, evidenziando per alcuni (indicati in rosso) un potenziale produttivo superiore alla media, con rese tra 42 e 54 ql/ha. Anche dal punto di vista nutrizionale (proteine, amido, grassi, eccetera) si osservano differenze significative, con possibilità di investire in filiere produttive differenti.

Il miglio si conferma ancora una volta una coltura rustica, con basse richieste di input chimici ed elevata capacità di competizione rispetto alle infestanti.

Le rese con alti e bassi input

La sperimentazione prevedeva anche il confronto tra due percorsi agronomi ad alti e bassi input.

A parte le rese del mais che non sono significative (30 ql/ha) a causa dell’allagamento subito dal campo, per il sorgo si nota che, anche a bassi input, la perdita di produzione non sia significativa, mentre il miglio è la coltura che addirittura produce di più a bassi input (27 ql/ha contro 21 ql/ha).

Ecco come si presentavano le parcelle con le prove sul mais dopo l’alluvione del maggio 2023. La drastica riduzione dell’investimento è la causa delle bassissime produzioni del mais.

Due colture per progetti di filiera

Il sorgo meriterebbe certamente una maggiore attenzione da parte degli agricoltori, dal momento che si rivela una coltura che può sostituire in tutto o in parte il mais nelle razioni dei bovini, come dimostrano da anni le esperienze di tante stalle italiane; ma può diventare anche materia prima di enorme interesse per la produzione di pasta. Anche il miglio è un’alternativa estiva con un ciclo colturale di tre mesi, che ha un’enorme potenziale da esprimere nell’industria agroalimentare per la produzione di alimenti speciali.

Pasta prodotta con sorgo bianco di RV Venturoli

Dunque attorno a queste due colture si dovrebbero costruire due progetti di filiera che coinvolgano agricoltori, mulini e trasformatori collegati da contratti pluriennali, con una soddisfazione economica equamente distribuita lungo la catena. Di tutto questo parleremo in un prossimo articolo, con le testimonianze dirette di agricoltori e di esperti di medicina, di nutrizione umana e dell’industria alimentare.

 


* Iniziativa realizzata da R.V. VENTUROLI S.R.L. nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale 2014- 2022 – Tipo di operazione 16.1.01 – Gruppi operativi del partenariato europeo per l’innovazione: “produttività e sostenibilità dell’agricoltura” – Focus Area P4B – Progetto: “Colture estive resilienti”. Autorità di Gestione: Regione Emilia Romagna – Direzione Generale Agricoltura, Caccia e Pesca. Partner del progetto: R.V. VENTUROLI S.R.L. (capofila), Università di Bologna – Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari (DISTAL) , DINAMICA Soc. Cons a r.l. , Società Agricola Eredi Boriani Carlo, Coltivare Fraternità Società Cooperativa Agricola e Sociale, Società Agricola Antonellini Laura e Tiozzo Marisa – Società Semplice, Euroservizi SRL, Società Agricola La Cassina S.R.L., Associazione Italiana Sementi.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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