Agricoltura, digestato equiparato al concime chimico (con alcune condizioni)

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La legge di bilancio 2020 ha stabilito importanti novità anche sull’uso agronomico del digestato proveniente da impianti di biogas, regolamentato dal comma 527 dell’articolo 1 della legge 160/2019 che modifica il cosiddetto “decreto effluenti” (n. 5046 del 25/2/2016).

In pratica il digestato può essere equiparato ai concimi chimici a patto che vengano rispettati alcuni aspetti operativi quali:

  1. Livello di efficienza di impiego maggiore dell’80% rispetto alle condizioni di utilizzo;
  2. Quota di azoto ammoniacale su azoto totale superiore al 70%;
  3. Distribuzione in campo con sistemi a bassa emissività e un utilizzo di sistemi di tracciabilità della distribuzione con tecnologia GPS;
  4. Idonea copertura dei contenitori di stoccaggio e della frazione liquida ottenuta dalla separazione.

Il punto 3 riguarda in particolare sia le attrezzature di distribuzione del digestato, che deve essere sparso in campo con sistemi in grado di interrarlo per un più efficiente uso agronomico, sia la cosiddetta tracciabilità, che ancora una volta richiama l’importanza dei sistemi di precisione geolocalizzati con antenna e display in cabina tipo Isomatch Tellus. Dunque una distribuzione calibrata del digestato, rispetto alle richieste delle diverse colture in campo, con il soddisfacimento della richiesta di azoto, permette all’agricoltore di ridurre l’impiego di concimi chimici con risparmi non indifferenti.

Per quanto riguarda le attrezzature, la distribuzione ideale del digestato è quella effettuata in corrispondenza della preparazione del terreno utilizzando erpici a ancore e dischi come per esempio CLC, CTC o Qualidisc di Kverneland, oppure con lo strip-till con il Kultistrip. Queste sono le attrezzature che consentono la massima efficienza di utilizzo del digestato, come richiede la normativa al punto 1.

Kverneland CLC per lavorazione minima del terreno in contemporanea alla distribuzione dei digestati.
Particolare delle ancore del CLC, lungo le quali scende il tubo che porta il digestato verso il dente interratore.
Kultistrip di Kverneland è una delle attrezzatura per la minima lavorazione più utilizzate per l’interramento contemporaneo dei digestati.
Ecco come si presenta il terreno dopo il passaggio del Kultistrip: nelle strisce di terreno lavorate è stato distribuito il digestato mentre nelle interfile rimangono i residui colturali con funzione di pacciamatura permanente per soffocare le infestanti e aumentare il tasso di sostanza organica.

Oltre alla normativa indicata sopra, anche alcuni PSR regionali nella misura 10 “Agroambiente” erogano premi specifici agli agricoltori che interrano digestati e liquami al posto di una distribuzione tradizionale in superficie.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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