Alai: ”Col sodo, redditività aumentata di 350 euro/ettaro già il primo anno”

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Con Giuseppe Alai del Podere Cà dè Suore a Guastalla (Reggio Emilia) ci eravamo lasciati a maggio quando erba medica, frumento e mais, tutti rigorosamente seminati su sodo, avevano già un’ottima cera (vedi articolo). Sono passati tanti mesi e sono successi anche tanti eventi meteo estremi e quindi ora facciamo il punto sui risultati produttivi.

«È il primo anno di passaggio dall’aratura al sodo e come dicono i sacri testi agronomici, ero pronto a subire qualche decurtazione nelle rese. D’altra parte proprio per questo i PSR sostengono gli agricoltori!», esordisce Alai. «Eppure nel mio caso devo ammettere con grande entusiasmo che le rese non sono affatto diminuite e sono state perfettamente in linea con le medie degli altri anni: la medica ha superato i 130 quintali all’ettaro, pur essendo un medicaio di solo un anno seminato su sodo, e il frumento da seme Giorgione ha prodotto 71 quintali/ettaro con una buona qualità. Infine, il mais Pioneer (1916, 1535 e 0937) ha prodotto 124 quintali/ettaro di granella secca».

Una bella spiga di mais Pioneer seminato su sodo dell’azienda Alai

Fatti i conti di spese e ricavi, qual è la conclusione?

«Sicuramente ho risparmiato sui costi delle lavorazioni del terreno e questo corrisponde già a un bel gruzzolo di euro, inoltre ho incassato 280 euro/ha dalla misura M 10 del PSR regionale. Anche se ho speso di più nelle operazioni di semina e di diserbo, avendo effettuato un post-emergenza nel mais, facendo tutti i conti il vantaggio economico rispetto allo scorso anno supera i 350 euro/ha, quindi già al primo anno confermo che la scommessa sul sodo è vinta».

La seminatrice Kverneland OPTIMA HD e-drive che ha seminato il mais su sodo

E per la nuova stagione?

«Ho già seminato il trifoglio incarnato come cover crops invernale sulle stoppie di grano e su questa superficie a marzo seminerò mais su sodo. Sul terreno dove ho trebbiato il mais ho distribuito un po’ di urea sugli stocchi e seminerò prossimamente frumento su sodo».

Alai ha messo l’aratro in soffitta, ha creduto nell’innovazione, ha lavorato con grande impegno e precisione sotto il profilo agronomico ed ecco che già al primo anno ha portato a casa dei vantaggi economici, senza considerare quelli più a lunga scadenza, come il progressivo aumento della fertilità e della capacità produttiva dei suoi terreni. Amici agricoltori, non ci resta che consigliarvi di copiare Alai, senza invidie e tentennamenti.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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