All’Italia serve più mais di alta qualità. Ecco come far recuperare efficienza al sistema

I numeri parlano chiaro: negli ultimi vent’anni l’aumento di produttività del mais in Italia è molto inferiore rispetto per esempio a Francia e Spagna. Questi due paesi vantano infatti un incremento del 50%, mentre noi appena del 18%.
Importiamo troppo mais: come invertire la rotta
Il rallentamento delle rese ha fatto impennare le importazioni e oggi acquistiamo il 40% del mais che ci occorre ogni anno. La progressiva riduzione dell’autoapprovvigionamento corre al ritmo del 3% all’anno.
Come si fa a invertire la rotta? Non basta immettere più mezzi di produzione e tecnologia e non è sufficiente nemmeno ridurre i costi: occorre trovare una migliore efficienza di tutto il sistema produttivo nel suo insieme a cominciare dalla concimazione che, insieme alla lavorazione del terreno (pratica che incide per il 20-26% sui costi), concorre con ben il 22% alla determinazione del costo totale di produzione del mais.
I periodi di maggiore fabbisogno per il mais
Amedeo Reyneri dell’Università di Torino, nel corso di un convegno organizzato da Condifesa Lombardia Nord Est a Montichiari (ne abbiamo parlato anche in questo articolo), ha innanzitutto chiarito quali sono i periodi di maggior fabbisogno del mais per quanto riguarda i tre elementi chiave della concimazione.
Per il fosforo (P) il massimo fabbisogno è tra le 5 e le 7 foglie, per il potassio (K) in levata e in fioritura e per l’azoto (N) dalla semina sino alla maturazione lattea, cioè lungo quasi tutto il ciclo del mais. Altro elemento spesso ignorato è lo zinco (ZN), che è essenziale per il mais dalla semina alla 5 foglia.
Anticipare la fioritura del mais: la chiave del successo
Il piano di concimazione, così come le altre pratiche colturali, deve avere un obiettivo ben preciso: far fiorire il mais con l’emissione del pennacchio intorno al 20-21 giugno e non il 7-8 luglio come avviene spesso, perché con una fioritura precoce il mais riesce a sfruttare tutta la radiazione solare disponibile, che ha il suo culmine il 21 agosto.
La concimazione starter fosfo-azotata e con zinco
Dunque l’anticipo della fioritura del mais è una strategia vincente, che si attua anche con la pronta emergenza delle piantine che si avvantaggiano, per esempio, dalla concimazione “starter” fosfo-azotata che, soprattutto con primavere piovose e fresche e su terreni con tessitura fine, offre i maggiori successi.
Ma i vantaggi della concimazione starter si hanno anche su terreni argillosi e di medio impasto, con differenze produttive pari a 20 ql/ha rispetto a testimoni non trattati. Anche lo zinco come starter porta vantaggi tangibili in abbinamento per esempio a un concime 18-46, soprattutto su terreni limosi.
La concimazione di copertura
Per quanto riguarda la concimazione di copertura, l’urea rimane la forma azotata ancora più economica con due frazionamenti:
- fase 3-5 foglie alla dose max di 120 kg/h;
- fase 8-10 foglie alla dose max di 180 kg/ha.
Se si usano i concimi a lento rilascio si può evitare il secondo passaggio.
Concimazione e micotossine
Per quanto riguarda il rapporto tra concimazione e sviluppo di micotossine, non c’è dubbio che un piano di concimazione bilanciato, che eviti stress nutrizionali al mais, concorre alla sanità della granella.
Le carenze di azoto favoriscono gli attacchi di fumonisine, mentre per quanto riguarda il DON alcune evidenze di campo indicano che può aumentare il rischio se si superano le 400 unità di azoto per ettaro.
Un commento
Amedeo
28 Dicembre 2015 at 7:19 pm
Quanto evidenziato risulta essere vero non solo dal lato teorico ma pure da quello pratico.Da diversi anni semino mais da amido waxy e nelle ultime quattro annate eseguo la concimazione fosforo azotata con stearter…. Eccezionale