Barbabietola a semina estiva, la cover crop ideale per biogas e alimentare

barbabietola

Sono in arrivo nuovi interessanti orizzonti per una coltura dimenticata per anni, la barbabietola da zucchero, a seguito di sciagurate scelte politiche che hanno ridotto al lumicino un’industria fiorente e strategica come quella saccarifera.

Margine netto di 769 euro/ha

Questa l’esperienza di Roberto Pessotto dell’azienda agricola San Mauro a Pordenone: «Ho seminato la varietà di barbabietola Archos al posto di una cover crop, per non lasciare il terreno nudo durante l’inverno. Costi ridotti con minima lavorazione del terreno (profondità 20-30 cm), nessun trattamento eccetto il diserbo, neanche la concimazione a base di fosforo che invece serve in primavera».

La produzione è stata notevole e i conti tornano: «Sono arrivato a 45 tonnellate per ettaro di media, nonostante la siccità invernale, e dopo la raccolta ho preparato il terreno a strip-till per la semina del mais. Il costo di produzione è stato pari a 32 euro/tonnellata, con una PLV/ha di 2228 euro e un margine netto di 769 euro/ha».

Una tecnica a basso impatto

Lo conferma Simone Simonazzi, agricoltore di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia): «La barbabietola estiva è una coltivazione sostenibile, in linea con i dettami della nuova Pac. È una tecnica green, semplice e a basso impatto ambientale, dalla semina alla raccolta. Richiede pochi interventi di diserbo, annulla il rischio di fitopatie e l’insorgenza di infestanti, e inoltre supera bene il periodo autunnale-invernale. La barbabietola è nata per il biogas, ma penso che ora debba andare oltre la destinazione energetica».

Alti valori di polarizzazione

Coltivatore di barbabietola da destinare alla trasformazione in zucchero, Alex Cerioli si è cimentato anche nella produzione di barbabietola no food a semina estiva su circa 20 ettari a Viadana (Mantova), con raccolta del prodotto per gli impianti biogas intorno al 25 gennaio. Ci racconta: «Il risultato è stato più che soddisfacente, con eccezionali i valori di polarizzazione: +30-40% rispetto alla tradizionale semina primaverile e bene la resa, 45-50 tonnellate a ettaro».

Una rivoluzione che parte dalla genetica

Questa rivoluzione della barbabietola da zucchero parte dalla genetica di ultima generazione messa in campo da Sesvanderhave con una ricerca di varietà a elevata tolleranza alla prefioritura, utilizzate per semine autunnali o anticipate a metà gennaio. «Solo dieci anni fa sarebbe stato impensabile seminare con successo, al nord, la barbabietola estiva», spiega Massimo Zaghi, responsabile commerciale di Sesvanderhave Italia. «Poi il cambiamento climatico, l’innalzamento delle temperature invernali e la tolleranza alla prefioritura delle nuove varietà selezionate ci hanno portato a vincere la scommessa».

Rese produttive sorprendenti

Prosegue Zaghi: «Sorprendente è la resa produttiva della radice, anche più di 45 tonnellate a ettaro, e dell’apparato verde, mediamente 30 tonnellate a ettaro con una resa metanigena di 45 m³ di metano per tonnellata di prodotto tal quale. Inoltre, con il nuovo sistema di nastro caricatore si raccolgono foglie e colletti insieme alle radici».

Il nuovo percorso agronomico è in grado di mettere insieme più attori in più comparti e in più filiere, le imprese sementiere e gli zuccherifici, gli imprenditori del biogas e biometano, ma anche gli agromeccanici spronati a investire di più in macchine specializzate per la bieticoltura. Sarà una rinascita della barbabietola? Ce lo auguriamo.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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