Caligari, ecco quanto si risparmia con la minima lavorazione al posto dell’aratura

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«Con tre attrezzature Kverneland – il CLC, il Qualidisc Farmer 5000 e la seminatrice Optima HD trainata a otto file – con tre uomini per 700 ettari di terreno riesco a lavorare 3,5 ettari all’ora, con un consumo di gasolio più che dimezzato rispetto quando applicavo le lavorazioni tradizionali. Che volevano dire aratura, un passaggio di coltivatore, uno o due passaggi di erpice rotante e poi la semina».
Ad affermarlo è Lorenzo Caligari, che conduce l’azienda agricola di famiglia a Faverzano di Offlaga in provincia di Brescia.
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Dopo l’installazione di due impianti a biogas da 1 MW cadauno, Caligari ha deciso di puntare sulla doppia coltivazione di triticale e frumento foraggero in semina autunnale e di mais e sorgo in secondo raccolto. «Il mais di secondo raccolto – dice Caligari – va seminato tutto entro maggio e, data l’estensione della superficie da coltivare e le finestre utili sempre più strette, è obbligatorio optare per la semplificazione delle operazioni. Semplificazione che non compromette affatto le produzioni e inoltre fa risparmiare gasolio e ore di lavoro, con una ricaduta molto positiva e significativa sui costi colturali. In definitiva ho sostituito sei attrezzature (due aratri, due erpici, un coltivatore e una seminatrice) con tre attrezzature e invece di utilizzare sei trattori ne uso solo tre. Fate voi i conti!».




Non bisogna stancarsi di innovare
Ma allora come mai le lavorazioni ridotte incontrano ancora tanti ostacoli?
«Innanzitutto l’agricoltore deve fare i conti e questo non succede in tutte le aziende, poi occorre avere un’apertura mentale che spinge a migliorarsi in continuazione, approfittando dell’elevato grado di innovazione che abbiamo a disposizione e che tuttavia non sempre l’agricoltore conosce. E poi bisogna scegliere l’attrezzatura giusta, perché non sono tutte uguali. Da ultimo occorre fare scelte agronomiche azzeccate. Per esempio in alcuni terreni, con una determinata precessione colturale o in concomitanza di eventi climatici poco favorevoli, prima della semina eseguo due passaggi, uno con il CLC e subito dopo il secondo con il Qualidisc per ottenere un maggiore affinamento del letto di semina. La seminatrice è un altro punto chiave: quest’anno ho acquistato una Kverneland Accord Optima HD trainata a otto file e mi sto trovando molto bene. Grazie alle minime lavorazioni e all’efficienza della seminatrice, sono riuscito a seminare tutto il triticale anche con un andamento climatico piovoso. Se avessi fatto le lavorazioni tradizionali quest’anno avrei accumulato molto ritardo nelle semine autunnali».
Il drone contro la piralide: un nuovo progetto
Oltre al progetto di valorizzazione in giro per il mondo del suo Grana Padano prodotto nel caseificio aziendale Brescian Grana, presente anche a Expo 2015, Caligari ha un nuovo progetto dietro l’angolo che sta per partire: «Con alcuni amici stiamo costituendo la società Leonardo Drone Service che porterà il drone sui campi di mais per i trattamenti contro la piralide. Quest’anno abbiamo operato come prova su circa 500 ettari e abbiamo ottenuto ottimi risultati, quindi per la prossima campagna metteremo questo servizio a disposizione degli agricoltori. Con un’unica distribuzione di capsule contenenti il trichogramma riusciamo a ottenere un ottimo controllo della piralide. Il drone servirà anche per eseguire analisi del suolo e analisi della vegetazione».
