“Cereali, bisogna avere il coraggio di innovare o i conti non tornano”

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«Mi sono sempre occupato di agricoltura e, dopo decenni di incarichi pubblici, torno alla terra per sporcarmi di nuovo le mani. Oggi sono qui a irrigare il mais». Giuseppe Alai ha messo nel cassetto giacca e cravatta e, da poco più di un anno, inforca quotidianamente la sua bicicletta e in maglietta e scarpe da lavoro attraversa la sua campagna, 40 ettari vicino a Guastalla (Reggio Emilia), per capire come dare un nuovo senso economico alla sua azienda.

«I prezzi dei cereali sono quelli che sono», dice Alai. «Oggi la tecnologia ci offre la possibilità di tagliare alcuni costi colturali in maniera considerevole e nello stesso contribuire a migliorare ambiente suolo. Per di più i Piani di sviluppo rurale accompagnano l’agricoltore in questo salto nel buio ammortizzando, con i premi a ettaro, eventuali cali di produzione».

«Io ho sposato in pieno l’agricoltura conservativa – prosegue Alai – e da quest’anno e per i prossimi sei anni nella mia azienda si farà solo sodo e strip-till con l’impiego delle cover crops. L’obiettivo è lavorare il terreno in maniera sostenibile limitando le emissioni in atmosfera e migliorando la fertilità chimica e fisica con la razionalizzazione dei costi. La misura 10.1.04 del PSR dell’Emilia-Romagna per questo impegno mi garantisce 280 euro/ha: è un’occasione da non perdere».

Ecco il terreno di Alai dove è stato raccolto il frumento. Come si vede, la paglia è rimasta sulla superficie ma è stata distribuita in maniera omogenea. Così in autunno la seminatrice da sodo potrà lavorare al meglio.

Questo è il piano colturale 2018-2019 di Alai: «La semina del frumento e delle medica su sodo e la semina del mais con la tecnica dello strip till su cover crops. È una sfida che ci impegnerà molto e che vale la pena di portare avanti contro le tradizioni, che sono dure a morire. Ma siamo convinti che la strada sia quella giusta».

Giuseppe Alai nel suo circondario reggiano è un vero pioniere, dato che nessun altro agricoltore sembra intenzionato a mettere l’aratro in soffitta. E dire che i finanziamenti sono lì a disposizione, e rischiamo anche di perderli per sempre, se nessuno si farà avanti.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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