Come difendere il frumento coltivato in regime biologico dagli attacchi parassitari di oidio, septoria e ruggine
La scarsa produttività del frumento tenero e duro coltivato in regime biologico può dipendere in molti casi dalla difficoltà di contenimento delle malattie fungine che compaiono dalla levata sino alla maturazione lattea.
Se la primavera è piovosa e mite, l’agricoltore biologico deve porre la massima attenzione al controllo di oidio, septoria e ruggine, e lo deve fare senza usare agrofarmaci di sintesi. I prodotti disponibili sono i bio-stimolanti che favoriscono l’autodifesa della pianta, i prodotti a base di funghi micorrizici, i batteri della rizosfera e i tradizionali rame e zolfo.
Una sperimentazione che offre indicazioni pratiche
Nel biennio 2014-2016 la società di ricerca Horta ha effettuato delle prove sperimentali sulla varietà di grano duro Levante per vedere l’efficacia di Thiopron a base di zolfo (60%) e di Poltiglia Dispress a base di solfato di rame (20%), cioè se zolfo e rame sono in gradi di contrastare le malattie fungine che colpiscono il cereale.
Sono stati effettuati due interventi nelle fasi di botticella e dopo circa 12 giorni in spigatura-fioritura, alla dose di 8+7 rispettivamente per Thiopron e Dispress. I prodotti hanno evidenziato una buona efficacia rispetto al testimone non trattato, con un aumento delle rese di oltre 1,23 t/ha e un peso elettrolitico maggiore di 1,3 punti rispetto al frumento non trattato.
Horta conclude che con prezzi del cereale biologico di 300-400 euro/tonnellata, il doppio trattamento non solo è giustificato economicamente, ma indispensabile per far quadrare i conti. È chiaro poi che occorre tenere sotto controllo l’andamento stagionale, che determina maggiore o minore pressione delle malattie e che deve guidare le decisioni anno per anno.
L’impiego dei modelli previsionali che tengono conto dell’andamento meteo e della suscettibilità varietale diventa fondamentale nell’agricoltura biologica che non far conto sugli agrofarmaci tradizionali.