Iorio: grano duro di qualità con l’innovazione tecnologica
Nell’azienda di Lucera (Foggia), Michelangelo Iorio produce grano duro su 85 ettari con ottime rese ed elevati valori di peso specifico, piogge permettendo. «Quest’anno in Puglia lamentano tutti produzioni molto scarse, ma io invece sono molto soddisfatto perché in un’annata così difficile e piovosa, flagellata dagli attacchi delle malattie fungine, su 85 ettari a grano duro ho fatto una media di 46,30 ql/ha di produzione, anche se il peso specifico è basso – attorno al 79 contro l’84 degli altri anni». Michelangelo Iorio, oltre che contoterzista, dal 1972 è un produttore di successo di grano duro da seme, una coltura per la quale occorrono molte attenzioni basate soprattutto su una agrotecnica che si avvalga di mezzi di produzione innovativi ed efficaci.
No alla monocoltura di frumento e massimo rispetto del terreno
«Io ho sempre evitato la monocoltura di grano – racconta Iorio – e così ogni anno, su 170 ettari di seminativo, semino metà grano duro e metà favino bianco, bietola e pomodoro. La rotazione è irrinunciabile, pena la diminuzione delle rese e l’impoverimento del terreno».
Quali sono i segreti per avere successo con il grano duro, visto che purtroppo la media produttiva della Puglia è ancora molto distante dalle sue potenzialità?
«Prima di tutto va rispettato il terreno, evitando calpestamenti, lavorando quando è in tempera e adottando le minime lavorazioni. Poi vengono i costi da tenere sempre sott’occhio. Sostituendo l’aratura e le successive operazioni di affinamento con la ripuntatura e un passaggio di coltivatore, anziché 35 litri per ettaro se ne consumano appena 16 e si guadagnano anche ore preziose».
Una buona concimazione e un piano di difesa
«Inoltre – continua Iorio – contano molto sul grano la concimazione e la difesa. Per la concimazione, oltre quella di fondo, da due anni insieme al diserbo e al fungicida apporto 15 kg/ha di urea sciolti nell’acqua che vengono completamente assorbiti dalle piante con il risparmio di un passaggio in campo. Si tratta di un trattamento molto efficace. Poi sono indispensabili i trattamenti fungicidi: quest’anno ce ne sono voluti due per bloccare prima la ruggine e successivamente la septoria, che da noi ha fatto molti danni».
Il grano duro da seme offre ancora un reddito soddisfacente?
«Se si applicano le giuste agrotecniche sì, anche se il costo per ettaro è superiore rispetto al grano duro commerciale, soprattutto per l’alto costo della semente. Fino a 30 ql/ha si fa pari con i costi, e da lì in su si guadagna, con un prezzo che è superiore dai 2 a 3 euro al quintale rispetto al grano duro non da seme. Conta molto anche il fatto che c’è sempre la certezza di collocamento, che di questi tempi non è poca cosa».
Tre macchine innovative con il satellite
Iorio ha acquistato da Kverneland tre macchine di alto livello tecnologico, complete di monitor Isomatch Tellus con protocollo Isobus e sistemi satellitari. «Oltre alla seminatrice TS Evo – spiega – ho acquistato uno spandiconcime Exacta Geospred e una barra con doppio serbatoio Ixter e Ixtra».
Sulla base della sua esperienza in campo, quali sono i punti di forza di queste attrezzature?
«La seminatrice è dotata di un preparatore che livella molto bene il terreno e fa si che il seme di grano sia sempre ben a contatto con il terreno: questo assicura emergenze rapide e regolari. Il sistema a balestra è inoltre molto utile quando si opera su terreni sassosi e irregolari, perché tiene sempre in pressione l’organo di semina e la giusta profondità è garantita. Da un anno ho lo spandiconcime Kverneland Exacta Geospred completo di sistema satellitare e pesa incorporata: la tramoggia da 300 quintali ci consente una elevata autonomia e il sistema di distribuzione del concime è talmente efficace che con il biammonico arriviamo a 50 metri di larghezza e con l’urea a 36 metri, con una precisione millimetrica e senza dispersioni. Alla fine di una campagna il risparmio di concime è notevole, inoltre tutto il concime è andato a bersaglio».
I vantaggi del doppio serbatoio e delle mappe di lavoro
Per quanto riguarda i trattamenti di diserbo e difesa?
«Il doppio serbatotio Ixter e Ixtra abbinato al satellitare e all’Isobus sono quanto di meglio si possa trovare. Avere a disposizione 1800 e 1100 litri di acqua su un solo cantiere, con passaggio automatico dell’acqua da una all’altra, permette alla macchina di essere sempre perfettamente bilanciata e mi dà lunga autonomia di lavoro. La barra arriva sino a 36 metri ed è impensabile operare senza il satellitare. L’Isomatch Tellus è un monitor molto semplice da usare in cabina, che abbino ai sistemi dei miei trattori John Deere senza problemi grazie all’Isobus».
Dunque è soddisfatto anche del sistema satellitare?
«Grazie all’Isomatch Tellus ho avuto i complimenti da alcuni agricoltori per i quali ho fatto i trattamenti. Ho operato quest’anno su circa 240 ettari con una velocità di lavoro di 100 ettari al giorno con un trattore da 140 cavalli e una gommatura a bassa pressione. Alla fine dei trattamenti ho presentato ai proprietari dei terreni le mappe di lavoro con l’indicazione della superficie trattata, del prodotto usato e delle ore impiegate. Tutto scritto e documentato con soddisfazione mia e dei miei clienti. E quest’anno le mappe documentali sono state davvero utili, perché ci sono state delle riemergenze tardive di infestanti che, se non ci fossero state le mappe, potevano essere attribuite a mancati trattamenti».