Latte: su 80 allevamenti, 36 sono in perdita. Un decalogo per la gestione della stalla
![P1140394](http://www.ilnuovoagricoltore.it/wp-content/uploads/2015/01/P1140394-1024x768.jpg)
Sono 80 gli allevamenti utilizzati come campione dal Sata (Servizio di assistenza tecnica agli allevamenti) per il progetto economia, al fine di mettere in luce i punti chiave della gestione economica della stalla che devono essere migliorati. Michele Campiotti del Sata sottolinea che l’innovazione in campo e in stalla è fondamentale, ma può rivelarsi non decisiva se insieme non avviene un miglioramento della capacità di gestione dell’azienda.
Aziende da 50 a 500 vacche
Il campione analizzato dal Sata è costituito da aziende che allevano da 50 a 500 vacche con produzioni di latte da 50 a 120 hl di latte venduto per vacca all’anno. Nel 2013, anno di riferimento dell’indagine, a un aumento del prezzo del latte (al lordo di iva e premi) di circa 1 euro, è corrisposto un aumento dei costi superiore ai 2 euro. Alimenti acquistati, manodopera e affitti sono i principali responsabili dell’aumento dei costi di produzione.
![I costi di produzione del latte sono in aumento.](http://ilnuovoagricoltore.it/wp-content/uploads/2015/01/P1150648-1024x768.jpg)
Le entrate riescono a coprire i costi?
Viene da chiedersi: le entrate sono state sufficienti a pagare i costi e a remunerare i beni apportati dall’imprenditore? Per 100 litri di latte l’azienda media ricava 47,10 euro e riesce ad avere altri 12,54 euro da altre entrate, arrivando a una plv complessiva di 59,64 euro per 100 litri di latte. I costi di produzione totali, compresa la manodopera familiare, raggiungono i 50,64 euro per 100 litri di latte, facendo rimanere 9 euro per la remunerazione. Dunque l’azienda media ha chiuso il bilancio sostanzialmente in parità.
E l’utile netto come va?
Cosa è successo all’utile netto totale, che è il tornaconto finale dell’imprenditore dopo aver remunerato manodopera familiare, interessi sul capitale agrario e sul beneficio fondiario? Su 80 allevamenti, 36 chiudono in negativo il bilancio. Tra il minimo e il massimo dell’utile netto la differenza arriva a 2872 euro, quindi il divario attribuibile all’efficienza e alla buona gestione va da +1000 a –1000 euro. L’azienda più efficiente avrebbe un utile netto pari a zero con il prezzo del latte a 38,9 euro per 100 litri, mentre l’azienda peggiore raggiungerebbe un utile netto di zero con il prezzo del latte a 70,7 euro per 100 litri. Dunque il valore di una buona gestione della stalla può arrivare a 20-30 euro per 100 litri di latte!
![La buona gestione della stalla è fondamentale per non avere un allevamento in perdita.](http://ilnuovoagricoltore.it/wp-content/uploads/2015/01/P1140758.jpg)
Le dieci domande di Campiotti all’allevatore
Queste dieci domande servono per capire dove si può migliorare nella gestione della stalla.
- Fai un bilancio regolarmente?
- Lo utilizzi?
- Utilizzi il bilancio dell’anno precedente per fare un bilancio preventivo dell’anno in corso?
- Valuti la gestione aziendale e gli investimenti a partire dalle informazioni del bilancio preventivo?
- Correggi le spese dell’anno in corso a partire da questi dati?
- Sai in anticipo quanto puoi spendere in mangimi e integratori?
- Conosci il punto di pareggio di un nuovo investimento?
- Sai valutare se la tua manodopera è efficiente?
- Sai il prezzo minimo del latte a cui puoi produrre con i costi di oggi?
- Riesci a valutare a partire da queste informazioni i punti di forza e di debolezza, opportunità e pericoli per il futuro della tua azienda?
La possibilità di competere sul mercato e di continuare ad allevare vacche da latte è racchiuso, dice Campiotti, nel coraggio dell’allevatore a rispondere a queste domande e a intraprendere un nuovo cammino.