Nuova Pac, gli eco-schemi italiani non seguono le raccomandazioni di Bruxelles
La nuova Pac 2023-2027 cancella il pagamento greening per sostituirlo con i cosiddetti eco-schemi o regimi ecologici. A questa nuova tipologia di pagamento del primo pilastro della nuova Pac sono destinati ben 900 milioni di euro all’anno, cioè circa il 25% del valore complessivo dei pagamenti diretti. Si tratta quindi di una somma cospicua che, secondo le indicazioni della Commissione europea, avrebbe dovuto sostenere, oltre all’agricoltura biologica, al benessere animale, all’agroselvicoltura e all’agricoltura di alto valore naturale, anche le seguenti pratiche:
- Difesa integrata
- Rotazione delle colture
- Cover crops
- Agricoltura conservativa
- Agricoltura di precisione
- Sistemi di irrigazione ottimizzati
Il blitz di Coldiretti e Confagricoltura con l’appoggio di molte Regioni
Nella bozza del Ministero delle politiche agricole che Bruxelles dovrà valutare, non compare nemmeno uno dei sei punti sopra indicati, dal momento che la Conferenza Stato-Regioni, con l’appoggio dell’asse Coldiretti-Confagricoltura, ha pensato bene di utilizzare gli eco-schemi per attutire l’effetto della riduzione del valore dei pagamenti diretti, in particolare per gli allevatori e per gli olivicoltori (categorie che, com’è noto, godono storicamente di pagamenti molto elevati).
Dunque, se le cose rimarranno così, anche con la nuova Pac si perpetuerà quella discriminazione tra produttori agricoli che è stata in vigore sino a oggi, mandando in soffitta tutti i buoni propositi sia di ridurre i privilegi di alcuni sia di premiare quell’innovazione tecnologica, agronomica e digitale che è l’unica strada per stare sul mercato in maniera davvero sostenibile come chiedono i cittadini-consumatori.
Occorre rimandare al mittente per le doverose correzioni
I cinque eco-schemi definiti dalla bozza del Piano strategico nazionale, come ha sottolineato il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli, destinano la maggior parte delle risorse a zootecnia e olivicoltura. Anche il riso e il grano duro godranno di sostegni, ma in misura molto inferiore. E tutto il resto? C’è da augurarsi che la Commissione europea faccia seguire all’analisi del piano italiano l’invito ad apportare correzioni che permettano di mettere in atto sul nostro territorio le necessarie misure in favore del suolo, dell’aria e dell’acqua che la stessa Commissione ha raccomandato. Ci siamo infatti “dimenticati” della perdita di sostanza organica dei terreni, della necessità di razionalizzare la distribuzione della chimica in agricoltura e dello sperpero che si fa della risorsa irrigua, e di molto altro…