Pac, da settembre a maggio c’è l’obbligo di copertura vegetale del suolo

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Da quest’anno la Pac, con la BCAA6 prevista dalle nuove norme sulla condizionalità, impone almeno 60 giorni continuativi di copertura vegetale nel periodo dal 15 settembre al 15 maggio, sia su terreni a seminativo sia sui terreni con colture permanenti, vigneti, frutteti, oliveti, eccetera.

Nello specifico, la BCAA6 prevede l’applicazione di due opzioni:

  1. Mantenere la copertura vegetale naturale (inerbimento spontaneo) o seminata (per esempio con i cereali vernini, oppure una cover crops o coltura secondaria);
  2. Lasciare in campo i residui della coltura precedente (per esempio stocchi di mais, sorgo, girasole, eccetera).

Ammesso anche l’inerbimento “a ciuffi”

Una recente circolare del Ministero dell’agricoltura ha precisato che al fine del rispetto della BCAA6 è ammesso anche un inerbimento spontaneo solo “a ciuffi” d’erba, per esempio sui terreni che sono già stati lavorati in estate. Questo compromesso indubbiamente facilita le cose anche per chi lavora su terreni pesanti e argillosi. L’importante è non toccarli più sino al 15 novembre prossimo.

Le lavorazioni ammesse

La norma consente di effettuare solo alcune lavorazioni che non alterino la copertura vegetale del terreno o che mantengano sul terreno i residui colturali quali discissura, rippatura e iniezione o distribuzione di effluenti con tecniche a bassa emissione.

Le cover crops sono una soluzione

L’inerbimento assicurato dalla semina di una cover crop adempie agli obblighi della BCAA6. Una soluzione agronomica per risparmiare seme potrebbe essere la semina della cover a interfila 75 cm: a primavera si lascia la cover disattivata dove sta e si semina sull’interfila la coltura primaverile, cioè al centro della striscia di terreno lavorato; poi l’anno successivo ci si sposta per seminare la coltura primaverile sulla striscia di terreno che aveva ospitato la cover crop per sfruttare tutti i benefici che apportano le colture di copertura. Ovviamente per fare tutto questo si deve utilizzare il sistema satellitare.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


3 commenti

  • Graziano

    12 Settembre 2023 at 1:04 pm

    I Cumuli di letame fatti ad inizio luglio possono stare in campo 90 giorni. Quindi a ottobre dovrei spandere ed ovviamente interrare mediante aratura. Il quesito è: .
    non rispettare la condizionalità o prendere multa da carabinieri forestali.

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    • Emanuele

      16 Ottobre 2023 at 10:58 pm

      Se ho interpretato correttamente il tuo caso, sarà pur sempre possibile trovare una finestra di sessanta giorni dal 1 novembre al 15 maggio, ma ovviamente sembra tutto piuttosto semplice solo sulla carta.
      Per chi dovrà dovrà districarsi tra divieti e perturbazioni, lo spandimento degli effluenti zootecnici diventerà sempre più vincolante e complesso.
      Temo che ci attenderanno pianti e stridori di denti Graziano

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  • Emanuele

    16 Ottobre 2023 at 10:34 pm

    Una decisione agronomica un po’ perversa, se pensiamo ad una futura riduzione dell’utilizzo dei fitofarmaci.
    60 giorni sono sufficienti per portare molte malerbe a maturazione, per quanto involontario, lo spargimento del seme sarà inevitabile..
    A lungo andare sarà problematico per il controllo delle specie resistenti, della sorghetta da rizoma, (per la quale stanno venendo banditi prodotti realmente efficaci) e di tutte quelle infestanti in grado di accelerare il loro ciclo mediante il nanismo nel periodo autunnale.
    Come faremo a farne un contenimento senza strumenti adeguati se nostro malgrado saremo costretti a lasciare proliferare?

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